24 CFU in cerca di casa: prima o dopo il concorso?

Una breve considerazione fatta dal ministro dell’Istruzione Marco Bussetti nel corso di un video-forum su Repubblica ha suscitato preoccupazione e proteste tra i laureati e i laureandi che in vista del concorso a cattedre – atteso a marzo e rinviato (forse) a fine 2018 – avevano provveduto ad acquisire i 24 CFU in discipline antropo-psico-pedagogiche richiesti dal Decreto legislativo n. 59/2017 per diventare insegnanti nella scuola secondaria, secondo la sequenza laurea-24 CFU-concorso-FIT triennale.

L’accenno fatto dal ministro alla possibilità che i 24 CFU non siano più considerati come un requisito di accesso al concorso, ma ridotti a un semplice titolo aggiuntivo, ha scontentato soprattutto i laureati, che hanno dovuto pagare per acquisire i CFU, ma anche i laureandi che hanno potuto sostenere gli esami gratuitamente, ma si sono dovuti impegnare per superarli. Salvo ora scoprire di aver fatto una fatica forse inutile.

“Fermiamo il prossimo bando per non abilitati e no a nuovi cicli di Tirocinio. Semplifichiamo tutto”, sono state le parole di Bussetti, peraltro di non facile interpretazione, ma che comunque implicano modifiche legislative che potrebbero richiedere tempo con il conseguente slittamento del concorso a una data imprecisata.

L’interesse e l’aspettativa di chi ha acquisito i 24 CFU è quello di non veder aumentare il numero dei concorrenti per i posti che saranno messi a bando. Quello della scuola e degli studenti è di avere insegnanti preparati anche sotto il profilo delle loro competenze di tipo psico-pedagogico. C’è da ritenere che anche il ministro Bussetti, uomo che il mondo della scuola lo conosce bene, sia consapevole di questa esigenza. Il che induce a pensare che, ammesso egli intenda davvero declassare i 24 CFU attualmente richiesti facendone un requisito non necessario per la partecipazione ai futuri concorsi, l’acquisizione delle relative competenze, per chi non le possiede, possa essere prevista all’interno del percorso triennale di FIT, un acronimo che significa “Formazione Iniziale e Tirocinio”. Insomma i 24 CFU non sarebbero eliminati, ma solo spostati da prima a dopo il concorso.