2020, un anno di scuola dalla A alla Z (seconda parte)

L’originale dal 2002.
Fatti, avvenimenti e persone – Consuntivo del 2020
A cura di TUTTOSCUOLA
Tuttoscuola continua il riepilogo dei principali avvenimenti che hanno riguardato la scuola italiana nell’ultimo anno. Di seguito la seconda parte, con le voci dalla M alla Z. Per consultare le voci dalla A alla L clicca qui.

M

Maturità 2020

(maggio) – La pandemia mette a rischio la regolare conclusione dell’anno scolastico e, in particolare, degli esami di Stato di fine ciclo.
Il decreto-legge 22/20 ne prevede la regolamentazione con soluzioni straordinarie e semplificate, prevedendo, comunque, la sicurezza sanitaria dei commissari e degli studenti.
Ci sono precedenti in merito che suggeriscono soluzioni d’emergenza. Infatti, in occasione dei terremoti in Abruzzo e in Emilia le prove d’esame sia per la licenza di terza media sia per la maturità avevano previsto soltanto il colloquio, senza le prove scritte.
Il DL 22 autorizza ordinanze ministeriali in deroga, in base alle quali gli esami si svolgono in presenza per la maturità (515.864 candidati) e a distanza per la licenza media (568.946 candidati).
Per l’esame di maturità si soprassiede alla prova scritta, limitandone lo svolgimento al solo colloquio, mentre per l’esame conclusivo del primo ciclo (non in presenza), il colloquio si svolge sulla base di un elaborato predisposto in remoto dagli alunni.

Nonostante la pandemia, mezzo milione di ragazzi hanno potuto diplomarsi. Spirito di adattamento.

N

Nascite in calo

(gennaio) – Si saprà tra qualche mese se il lockdown di questa primavera ha inciso sull’andamento delle nascite che a gennaio erano risultate quasi 20 mila in meno rispetto al 2019. I nati di quest’anno potrebbero scendere sotto i 400 mila, mentre per il 2021 si vedrà.
Sono dati che impongono un diverso e deciso impegno politico per rendere significativo e credibile il sostegno strutturale alla famiglia e alle giovani coppie.  
Intanto l’onda di magra delle nascite, ormai irreversibile, ha interessato tutti i settori scolastici con qualche eccezione nella secondaria in alcune regioni.
Nelle scuole dell’infanzia statali il numero di iscritti nel 2020-21 (875.718) è diminuito di 25.461 unità rispetto al 19-20; con 875.718 sono ben lontani dai 1.030.367 iscritti del 2013-14, quando la scuola statale dell’infanzia aveva toccato, dopo quasi mezzo secolo, il tetto massimo di iscritti nella sua storia.
La scuola primaria (2.383.676 iscritti quest’anno) registra un notevole calo di alunni rispetto all’anno scorso (-60.213), maggiore del calo registrato nel 2019-20 (-53.372 rispetto al 18-19).
Per dare un’idea di quel che sta succedendo nella scuola primaria, basti pensare che nel 2013-14 il numero degli alunni aveva sfiorato i 2 milioni e 600mila unità: c’erano 214 mila alunni in più!
Più contenuta la flessione del numero di alunni della secondaria di I grado: oltre 17mila in meno dall’anno scorso. Nelle superiori – tra regioni che incrementano il numero di iscritti e regioni che ne perdono – si registra un aumento complessivo di 10.399 iscritti. Il calo arriverà inesorabilmente anche lì nei prossimi anni. Banchi vuoti.

O

Ore di lezione in presenza perse

(aprile-dicembre) – La didattica a distanza sta salvando il diritto allo studio (non di tutti purtroppo, ma di moltissimi), ma quella in presenza resta fondamentale per garantirlo a tutti.

In base agli ordinamenti attuali, tenendo conto del numero delle classi e sezioni di scuola statale, nel corso dell’intero anno scolastico sono previsti 400 milioni di ore di lezione (quasi 12 milioni a settimana).

Questa primavera, nella sola scuola statale, a causa della totale chiusura delle scuole, non si sono svolte in presenza quasi 144 milioni di ore di attività educativa, costringendo alunni e insegnanti a viverle a distanza.

Stime non confermate hanno calcolato che non sono andate a buon fine, soprattutto a causa di difficoltà di accesso da parte degli alunni, circa un quarto di quelle ore a DAD, anche se svolte dagli insegnanti.

Si tratta di un grave vulnus nei confronti di migliaia di alunni che potrebbe pesare sulla loro formazione di base, incidendo anche sulla dispersione scolastica, soprattutto per gli studenti delle superiori.

Proprio negli istituti superiori, dove gli studenti dal 4 novembre sono in DAD (esclusa la frequenza dei laboratori nei tecnici, professionali e artistici) fino a Natale non si svolgono quasi 26 milioni di ore di lezioni in presenza.

Ancora una volta c’è da chiedersi: quanto ciò inciderà sulla formazione futura di quei ragazzi e soprattutto di quelli a rischio di insuccesso scolastico e formativo? Lacune incolmabili.

P

Pollaio (classi)

(agosto) – La lotta alle classi pollaio, un obiettivo che da sempre ha visto in prima linea proprio la ministra Azzolina – prima firmataria di una proposta di legge in merito che giace in Parlamento – può trovare in questa fase particolare una condizione favorevole per essere ripresa e portata a conclusione.
Infatti, l’art. 231-bis della legge di conversione del decreto legge 34 “Rilancio” ha previsto norme speciali in deroga, da realizzare con apposita ordinanza ministeriale.
Il potere di intervenire con ordinanza in deroga su quei parametri consentirebbe di concretizzare subito le proposte della ministra in atti concreti con effetto immediato. Ma quali sono i limiti fissati da quel DPR?
Il concetto di classe pollaio è piuttosto generico, perché non quantifica il limite massimo di alunni per classe, oltre il quale la numerosità diventa patologica.
Per ancorarlo a parametri oggettivi ci si può riferire ai limiti massimi fissati dalle norme del ministero dell’istruzione sulla rete scolastica (DPR 81/2009) oppure a quelli sull’edilizia scolastica fissati dal ministero degli interni (decreto 18.12.1975).
Complessivamente delle 370 mila classi funzionanti nel 2019-20, 1.724 hanno registrato una numerosità oltre i limiti massimi fissati dal DPR 81/2009.

Se si volesse portare il limite massimo a 25 alunni per classe, si potrebbe procedere gradualmente cominciando dalle prime classi, con un incremento annuo di 3.633 nuove classi (stime di Tuttoscuola).

I costi non sarebbero proibitivi, ma occorre un piano pluriennale e la chiarezza di intenti. Per il momento, tuttavia, non si è andato al di là delle ipotesi, senza concretezza di norme operative. Occasione persa?

Paritarie

(dicembre) – In vista del dibattito parlamentare sulla legge di bilancio (ex legge finanziaria) si forma uno schieramento trasversale disponibile ad appoggiare emendamenti che mettano le scuole paritarie, in gravi difficoltà economiche per la pandemia, in condizione di competere con le scuole statali.
Il 4 dicembre va in rete un ‘web pressing’ al quale prendono parte parlamentari di tutti gli schieramenti politici e perfino un esponente del governo, la viceministra Anna Ascani. L’iniziativa, promossa da oltre 70 Associazioni no profit, ha anche l’obiettivo di “difendere la libertà di educazione”.
Intervengono importanti esponenti delle principali forze politiche di maggioranza e di opposizione, tra i quali Maria Elena Boschi (IV), Giancarlo Giorgetti (Lega), Valentina Aprea (FI), Paola Binetti (UDC), Piero Fassino (PD), Stefano Fassina (LEU), Paola Frassinetti (Fratelli d’Italia), Stefano Lepri (PD), Maurizio Lupi (Misto).
“Qualcuno vuole forse trasformare la scuola libera in scuola di classe, riservandola ai soli ricchi?”, si legge in una nota diffusa da Agorà per la parità e da USMI-CISM. Bisognerà però capire se gli emendamenti in questione basteranno ad arginare una crisi alla cui origine stanno anche ragioni culturali oltre che economiche come la progressiva secolarizzazione della società italiana. Prima che sia troppo tardi.

Q

Quarantena

(settembre) – I primi giorni d’autunno l’Italia riscopre un vocabolo che proviene da un passato remotissimo, la “quarantena”.
In antico quel termine significava segregazione di quaranta giorni, prescritta per malati affetti da malattie contagiose; successivamente, il termine ha significato isolamento, segregazione di persone o animali per motivi sanitari, indipendentemente dal numero dei giorni.
Il termine “quarantena” ritorna di attualità per i contagiati dal coronavirus.
Per la scuola il personale scolastico, trovato positivo al Covid 19, è sottoposto d’ufficio a quarantena.
L’assenza per quarantena ha una valutazione diversa da quella di semplice malattia.

In proposito, una scheda riepilogativa della Uil-scuola precisa: È previsto che un eventuale periodo trascorso in quarantena o malattia con sorveglianza attiva, o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva, dovuta al COVID-19, è equiparato al periodo di ricovero ospedaliero e non è computabile nel periodo di comporto.

In questo caso è esplicita, nella norma stessa, la previsione che tale periodo debba anche essere escluso dal periodo di comporto della malattia.

In caso di positività in classe e dopo l’esito del test (“contact tracing”: tracciamento dei contatti), la quarantena è di 14 giorni successivi all’ultima esposizione per il personale scolastico individuato come contatti stretti del caso confermato COVID-19 dal Dipartimento di Prevenzione della ASL competente territorialmente. E’ una guerra.

R

Reclutamento

(maggio) – Vengono pubblicati i bandi dei concorsi ordinari per infanzia, primaria e secondaria e del concorso straordinario della secondaria per poco più di 62mila posti complessivi che successivamente verranno incrementati, per la sola secondaria, di altri 16 mila posti.

In Parlamento si discute sulla possibilità di sostituire il concorso straordinario riservato a docenti in possesso di un’anzianità di servizio di almeno tre anni con una immissione diretta in ruolo senza selezione (a crocette) prevista dal bando per agosto. Proposta che potrebbe assicurare già a settembre 2020 le nomine in ruolo.

Il M5S fa muro e con l’Azzolina respinge la proposta, ma il concorso straordinario viene modificato, prevedendo quesiti aperti per lo scritto. Le prove partono a ottobre, ma vengono sospese a due terzi dello svolgimento per la pandemia. Le commissioni procederanno alla correzione, assicurando le nomine in ruolo a settembre 2021.

Il covid 19 tiene bloccati gli altri concorsi che difficilmente, anche se attivati, potranno concludersi in tempo per le prime nomine a settembre, con incremento del precariato. Braccio di ferro.

Responsabilità DS sulla sicurezza

(maggio) – Nonostante le rassicurazioni, resta aperta la questione della responsabilità della sicurezza a carico dei dirigenti scolastici nei confronti degli alunni ospitati negli edifici scolastici.

L’ANP, al termine dell’anno scolastico e in previsione del prossimo, afferma che non si può pretendere che un dirigente scolastico, per quanto affiancato da un responsabile del servizio di prevenzione e protezione e da un medico competente, possieda ed eserciti quotidianamente competenze di varia natura e che possa essere condannato in caso di infortunio derivante da un numero di cause così differenziate.

Gli edifici scolastici sono di proprietà degli enti locali che ne devono garantire condizioni di efficienza e sicurezza.

Il ritorno alla didattica in presenza nelle scuole preoccupa i dirigenti scolastici riguardo l’eventuale responsabilità civile e penale configurabile in caso di infezione da COVID-19 all’interno degli istituti scolastici.

Si chiede l’attivazione di uno scudo civile e penale, per il momento senza esito. DS (non) scudati.

Rodari

(ottobre) – Sono state moltissime le iniziative in tutta Italia per ricordare Gianni Rodari nel centenario della nascita (Omegna, 23 ottobre 1920).

Scrittore, pedagogista, giornalista, poeta, ha contribuito a formare generazioni di insegnanti, soprattutto della scuola dell’infanzia.

Proprio durante corsi di formazione di insegnanti delle scuole comunali dell’infanzia a Reggio Emilia, coordinati dall’amico pedagogista Loris Malaguzzi, Rodari ha costruito con loro la sua opera principale “La grammatica della fantasia”.

Nella premessa a quell’opera scriveva che le fiabe “servono all’uomo completo. Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del prodotto) ha bisogno di uomini a metà – fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà – vuol dire che è fatta male e bisogna cambiarla. Per cambiarla occorrono uomini creativi, che sappiano usare la loro immaginazione”.

Per molti bambini e madri è conosciuto anche per le sue fiabe, prima tra tutte “Favole al telefono”. È suo anche il testo del “Ci vuole un fiore” (per fare un tavolo), cantato da Sergio Endrigo. Geniale.

S

Smart working

(marzo) – Il DPCM dell’11 marzo 2020 prevede ulteriori disposizioni restrittive rispetto a quelle contenute nel precedente DPCM, quello del 9 marzo, che ha posto in quarantena l’intero territorio nazionale.

Per quanto riguarda le scuole, in particolare, si chiarisce che anche al personale dirigente e amministrativo si applica quanto previsto per tutte le pubbliche amministrazioni di cui al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165: anche esso è dunque tenuto ad assicurare “lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente, anche in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi di cui agli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81 e individuano le attività indifferibili da rendere in presenza”.

Pertanto, il personale dirigente e amministrativo può svolgere in via ordinaria attività da casa come “lavoro agile”.

Il nuovo DPCM non parla invece degli insegnanti, per i quali continuano dunque a valere le disposizioni per la didattica a distanza date nel precedente DPCM. Lavoro del XXI secolo.

T

Tempo pieno

(novembre) – “Dal punto di vista sociale vi sarà una riforma per garantire il tempo pieno su tutto il territorio nazionale che possa dare effettiva possibilità alle famiglie – e soprattutto alle donne – di inserirsi nel mercato del lavoro”.
È quanto ha dichiarato il premier, Giuseppe Conte, alla presentazione del Rapporto Svimez 2020 “L’economia e la società del Mezzogiorno” illustrando i punti del Recovery plan italiano.
Un’idea ambiziosa quanto impegnativa sotto vari punti di vista, che costerebbe 2,8 miliardi di euro l’anno e richiederebbe 50 mila nuovi posti di lavoro.
Oltre a un miliardo di euro di investimento iniziale per approntare i locali di mensa e laboratori.
Se il Governo intendesse davvero investire somme così elevate, ci troveremmo di fronte a una riforma di portata storica, che aprirebbe la strada ad una maggiore personalizzazione degli apprendimenti e favorirebbe l’aspetto relazionale, la socialità e quindi l’inclusione. Sarà realmente così? Miraggio.

Termoscanner

(luglio-settembre) – Mentre si definiscono le modalità di rientro a scuola di settembre, la ministra Azzolina dichiara che sarebbe necessario che, dal giorno del rientro in classe, tutte le mattine i genitori misurino la temperatura corporea dei propri figli prima di accompagnarli a scuola.
Questo per assicurarsi che gli alunni non mettano piede in classe o sui mezzi pubblici con sintomi Covid, e per non creare problemi alle scuole, costringendole a misurare la temperatura all’ingresso degli istituti.
Nonostante ciò, moltissime scuole italiane decidono di dotarsi di termoscanner e di misurare la febbre ad alunni, genitori e personale scolastico prima di entrare a scuola.
Addirittura la Regione Piemonte, a settembre, con un’ordinanza raccomanda a tutti gli istituti di misurare la temperatura agli alunni prima dell’ingresso a scuola.
I ministri dell’istruzione e della salute chiedono di sospendere tale ordinanza, ma il Tar respinge la sospensiva, in quanto l’ordinanza regionale non sovverte quanto stabilito dallo Stato, ma lo integra. Altri costi pandemici.

TIMSS

(dicembre) – Vengono resi noti i risultati dell’indagine internazionale IEA TIMSS (Trends in International Mathematics and Science Study) che valuta con cadenza quadriennale le competenze in matematica e scienze acquisite dagli studenti iscritti al quarto e all’ottavo anno di scuola, corrispondenti in Italia al quarto anno della scuola primaria e al terzo anno della scuola secondaria di primo grado (terza media).
Il coinvolgimento dell’Italia nelle indagini comparative IEA risale al 1966, e si deve soprattutto all’impegno di Aldo Visalberghi, che partecipò personalmente alle ricerche attraverso il CNR e poi il CEDE (Centro Europeo dell’Educazione), trasformato nel 1999 nell’Invalsi.
È impressionante notare come già allora emergessero con estrema chiarezza dalle comparazioni alcune delle caratteristiche del nostro sistema scolastico, tra le quali il progressivo peggioramento del livello dei risultati raggiunti dagli studenti a seconda del livello di scuola preso in considerazione. A distanza di quasi cinquanta anni, la situazione non è cambiata. I risultati del TIMSS 2019 mostrano che la nostra scuola primaria funziona discretamente, mentre quella secondaria di primo grado continua a fare male, pur avendo registrato un lieve miglioramento. Altre conferme di continuità (in negativo) vengono da altri indicatori, come il forte divario Nord-Sud a scapito del Mezzogiorno e la difficoltà dei nostri studenti nell’utilizzare le competenze acquisite per affrontare compiti di realtà. Conoscere per deliberare.

Trasporti

(ottobre-dicembre) – Gli studenti che ogni mattina si recano a scuola spostandosi con i mezzi pubblici sono troppi e creano assembramenti pericolosi in un momento in cui la curva epidemiologica cresce in maniera esponenziale.
Così dapprima si dispone che possa svolgere le lezioni in presenza solo il 75% dei ragazzi delle scuole superiori, poi si decide, visto l’aumento del numero dei contagi, di tenerli tutti a casa.
Secondo quanto stabilisce l’ultimo DPCM, potranno tornare in classe, sempre al 75%, solo il prossimo 7 gennaio, a patto che si trovino soluzioni che consentano di non creare assembramenti sui mezzi pubblici che non possono essere riempiti, superando la soglia del 50%.
Il compito di risolvere il rebus sempre più complicato viene affidato ai prefetti che però, a ridosso delle vacanze di Natale, non sembrano aver trovato soluzioni che vadano oltre lo scaglionamento degli ingressi a scuola.
E così, a dicembre, la data del 7 gennaio fissata dal DPCM come quella che avrebbe visto gli studenti delle superiori tornare in presenza, viene messa in dubbio con l’interrogativo sospeso del 50% o del 75% di studenti a scuola e degli scaglionamenti orari di ingresso a scuola. Trasporti tallone d’Achille, si doveva fare di più.

U

Uil scuola trentina

 
(marzo) – La UIL scuola del Trentino promuove un’azione legale nei confronti della preside dell’IIS ‘Martini’ di Mezzolombardo (TN) diffidandola dal proseguire nelle iniziative di formazione a distanza rivolte agli studenti della scuola poste in opera tempestivamente all’inizio del lockdown. L’episodio, denunciato come un atto di arroganza sindacale dal giornalista Gian Antonio Stella sul ‘Corriere della Sera’, assume rapidamente una dimensione nazionale. Scende in campo il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, che in un’intervista rilasciata a Tuttoscuola interpreta il senso dell’azione legale intentata dal sindacato trentino in chiave di lotta contro il rischio di privatizzazione della scuola. “Pericolo tutt’altro che teorico”, sostiene Turi, “se, anche l’Internazionale dell’Educazione, sindacato mondiale, nell’ultimo Congresso ha fatto appello alla massima attenzione per tenere i sistemi educativi mondiali fuori dalle logiche di mercato. All’estero le multinazionali hanno già occupato lo spazio educativo, un rischio che vorremmo evitare, preservando il nostro sistema di istruzione. Vedere le stesse parole d’ordine della 107 ripetute dalla deputata Aprea, e anche dal ministro Azzolina, in modo politicamente trasversale, preoccupa e dovrebbe preoccupare anche il premier Conte”.
Prime avvisaglie di quella che nei mesi successivi sarebbe diventata una serrata polemica tra fautori e avversari della Didattica a Distanza (DaD). Guerra di religione.

Ultimo giorno di scuola

(giugno) – Quasi 8,5 milioni di alunni, delusi per mesi di confinamento in casa a causa dell’emergenza sanitaria, si preparano a lasciare la scuola e i compagni di classe.
Quasi tutti, però, ritroveranno i compagni l’anno prossimo o in occasione dell’esame conclusivo del I e del II ciclo.
Per oltre mezzo milione di alunni dell’ultimo anno di scuola primaria, invece, potrebbe non esserci più nessuna occasione di incontro, prima di incominciare tra qualche mese un nuovo percorso scolastico in scuole diverse.
Il viceministro dell’istruzione, Anna Ascani, si batte per offrire a questi alunni un’ultima occasione di incontro.
Il CTS, inizialmente contrario per il timore che gli assembramenti possano diventare occasione di contagi, cede alle insistenze, non prima di avere raccomandato prudenza, distanziamento, e uso delle mascherine. La maggior parte dei dirigenti scolastici, a scanso di possibili responsabilità, vieta gli incontri all’interno delle scuole.
Alla fine gli incontri avvengono nel rispetto complessivo delle misure sanitarie imposte e senza evidenti conseguenze. Ne escono soddisfatti migliaia di alunni, molte mamme trepidanti e il vice ministro Ascani. Foto ricordo.

V

Valutazione alunni scuola primaria

(giugno-dicembre) – Nella scuola primaria ritorna la valutazione con giudizi al posto del voto in decimi. Con la pubblicazione dell’ordinanza e delle linee guida si è conclusa una contrastata vicenda politico-istituzionale iniziata sei mesi fa.

 
Un emendamento al DL 22/2020 sulla scuola aveva previsto, per la chiusura dell’a.s. 2019-20, che la valutazione nella scuola primaria venisse espressa con giudizi analitici anziché con voti numerici, ma, su invito della ministra Azzolina, l’emendamento era stato modificato, prevedendo soltanto il cambio di decorrenza: non a giugno 2020 ma dal 2020-21.
Tre mesi dopo una nota del capo dipartimento del ministero informava che la nuova valutazione con giudizi sarebbe stata operativa solamente nello scrutinio finale, ma che la valutazione intermedia sarebbe stata espressa ancora con voto in decimi.

Il PD, con l’appoggio del M5S, presentava un emendamento interpretativo che estendeva la riforma anche allo scrutinio intermedio; la legge 126/2020 di conversione veniva approvata a metà ottobre.

A ridosso delle vacanze natalizie, gli insegnanti avranno pochissimo tempo per conoscere e applicare i nuovi dispositivi; subito dopo ci sarà già la valutazione del primo quadrimestre.

Sarà una partenza con affanno con il rischio di una applicazione formale, passiva, non adeguatamente assimilata, impoverita nella sua efficacia riformatrice. Stop and Go (ritardato).

Visentin Marco

(ottobre) – Marco ci ha lasciato all’improvviso, vittima di un incidente mortale. Investito per strada a Roma, è spirato all’ospedale dopo qualche ora.

Prima di passare all’insegnamento al liceo “Righi” di Roma come docente di storia e filosofia, Marco Visentin aveva trascorso otto anni di intensa attività a Tuttoscuoladal 2007 al 2015, curando in particolare la rubrica ‘Botta e Risposta’, contribuendo in modo efficace al lavoro di redazione e anche al miglioramento della qualità tecnologica dei nostri servizi.

Versatile, sensibile e ironico era riservato al punto che, nel salutarci per il nuovo lavoro, aveva taciuto sul fatto che stava passando all’insegnamento.

Sapevamo della sua ricchezza umana e culturale, ma soltanto dopo abbiamo scoperto anche il suo profilo di scrittore versatile ed estroso, autore di un libro di fantascienza distopica “I ditteri”. Addio, Marco

W

Willy Monteiro Duarte

(settembre) – L’opinione pubblica è scossa dalla brutale uccisione di un giovane di origini capoverdiane, vittima di un feroce pestaggio ad opera di alcuni bulli. Un omicidio tanto brutale quanto gratuito e immotivato.
Era intervenuto per sedare una lite ed era stato barbaramente colpito più volte, anche a terra morente, con calci e pugni.
Era tifoso della Roma e la dirigenza del club giallorosso ha deciso di intitolare il progetto “A Scuola Di Tifo” al giovane ragazzo, ucciso a Colleferro.
Sono state tante le iniziative organizzate in tutta Italia e sui media per non dimenticare la giovane vita spezzata da una barbarie inspiegabile. È stato deciso anche di intitolargli il più grande parco pubblico di Paliano, situato a pochi metri dalla casa dove viveva Willy con la sua famiglia.
All’Esquilino di Roma gli è stato dedicato un giardino; il centro studi La Pira ha proposto di dedicare a Willy un luogo della città. Tuttoscuola propone di dedicare l’anno scolastico alla sua memoria. Mai più.

Z

Zone Covid (gialla, arancione, rossa)

(novembre-dicembre) – Con vari DPCM il Governo dispone misure di restrizione della mobilità della popolazione e di attuazione di controlli sanitari in base all’andamento epidemiologico registrato nei diversi territori.
L’Italia viene suddivisa in zone dove è maggiore l’intensità dei contagi, dei ricoveri e dei decessi.
Ne derivano sostanzialmente tre livelli individuati con colorazione, gialla (minori restrizioni), arancione e rossa (maggiori restrizioni).
In tutte le regioni, indipendentemente dal colore di fascia, gli studenti degli istituti della secondaria di II grado sono costretti a seguire le lezioni da casa, fatta salva la possibilità di presenziare alle attività di laboratorio a scuola.
Nelle zone rosse sono costretti a casa anche gli alunni del secondo e terzo anno delle scuole secondarie di I grado.
In Campania, e per alcuni giorni anche in Puglia, i presidenti della Regione dispongono la DAD anche per tutti gli alunni degli altri settori scolastici.
È fondata la preoccupazione che i lunghi periodi di attività didattica non in presenza a scuola incidano negativamente sui livelli di preparazione dei ragazzi e che accentuino la dispersione scolastica. SOS Scuola.
 

Ancora buon 2021 a tutta la comunità dei lettori di Tuttoscuola!