
2020, un anno di scuola dalla A alla Z (seconda parte)

L’originale dal 2002.
Fatti, avvenimenti e persone – Consuntivo del 2020A cura di TUTTOSCUOLA
M
Maturità 2020
Il decreto-legge 22/20 ne prevede la regolamentazione con soluzioni straordinarie e semplificate, prevedendo, comunque, la sicurezza sanitaria dei commissari e degli studenti.
Ci sono precedenti in merito che suggeriscono soluzioni d’emergenza. Infatti, in occasione dei terremoti in Abruzzo e in Emilia le prove d’esame sia per la licenza di terza media sia per la maturità avevano previsto soltanto il colloquio, senza le prove scritte.
Il DL 22 autorizza ordinanze ministeriali in deroga, in base alle quali gli esami si svolgono in presenza per la maturità (515.864 candidati) e a distanza per la licenza media (568.946 candidati).
Per l’esame di maturità si soprassiede alla prova scritta, limitandone lo svolgimento al solo colloquio, mentre per l’esame conclusivo del primo ciclo (non in presenza), il colloquio si svolge sulla base di un elaborato predisposto in remoto dagli alunni.
Nonostante la pandemia, mezzo milione di ragazzi hanno potuto diplomarsi. Spirito di adattamento.
N
Nascite in calo
Sono dati che impongono un diverso e deciso impegno politico per rendere significativo e credibile il sostegno strutturale alla famiglia e alle giovani coppie.
Intanto l’onda di magra delle nascite, ormai irreversibile, ha interessato tutti i settori scolastici con qualche eccezione nella secondaria in alcune regioni.
Nelle scuole dell’infanzia statali il numero di iscritti nel 2020-21 (875.718) è diminuito di 25.461 unità rispetto al 19-20; con 875.718 sono ben lontani dai 1.030.367 iscritti del 2013-14, quando la scuola statale dell’infanzia aveva toccato, dopo quasi mezzo secolo, il tetto massimo di iscritti nella sua storia.
La scuola primaria (2.383.676 iscritti quest’anno) registra un notevole calo di alunni rispetto all’anno scorso (-60.213), maggiore del calo registrato nel 2019-20 (-53.372 rispetto al 18-19).
Per dare un’idea di quel che sta succedendo nella scuola primaria, basti pensare che nel 2013-14 il numero degli alunni aveva sfiorato i 2 milioni e 600mila unità: c’erano 214 mila alunni in più!
Più contenuta la flessione del numero di alunni della secondaria di I grado: oltre 17mila in meno dall’anno scorso. Nelle superiori – tra regioni che incrementano il numero di iscritti e regioni che ne perdono – si registra un aumento complessivo di 10.399 iscritti. Il calo arriverà inesorabilmente anche lì nei prossimi anni. Banchi vuoti.
O
Ore di lezione in presenza perse
In base agli ordinamenti attuali, tenendo conto del numero delle classi e sezioni di scuola statale, nel corso dell’intero anno scolastico sono previsti 400 milioni di ore di lezione (quasi 12 milioni a settimana).
Ancora una volta c’è da chiedersi: quanto ciò inciderà sulla formazione futura di quei ragazzi e soprattutto di quelli a rischio di insuccesso scolastico e formativo? Lacune incolmabili.
P
Pollaio (classi)
Infatti, l’art. 231-bis della legge di conversione del decreto legge 34 “Rilancio” ha previsto norme speciali in deroga, da realizzare con apposita ordinanza ministeriale.
Il potere di intervenire con ordinanza in deroga su quei parametri consentirebbe di concretizzare subito le proposte della ministra in atti concreti con effetto immediato. Ma quali sono i limiti fissati da quel DPR?
Il concetto di classe pollaio è piuttosto generico, perché non quantifica il limite massimo di alunni per classe, oltre il quale la numerosità diventa patologica.
Per ancorarlo a parametri oggettivi ci si può riferire ai limiti massimi fissati dalle norme del ministero dell’istruzione sulla rete scolastica (DPR 81/2009) oppure a quelli sull’edilizia scolastica fissati dal ministero degli interni (decreto 18.12.1975).
Complessivamente delle 370 mila classi funzionanti nel 2019-20, 1.724 hanno registrato una numerosità oltre i limiti massimi fissati dal DPR 81/2009.
I costi non sarebbero proibitivi, ma occorre un piano pluriennale e la chiarezza di intenti. Per il momento, tuttavia, non si è andato al di là delle ipotesi, senza concretezza di norme operative. Occasione persa?
Paritarie
Il 4 dicembre va in rete un ‘web pressing’ al quale prendono parte parlamentari di tutti gli schieramenti politici e perfino un esponente del governo, la viceministra Anna Ascani. L’iniziativa, promossa da oltre 70 Associazioni no profit, ha anche l’obiettivo di “difendere la libertà di educazione”.
Intervengono importanti esponenti delle principali forze politiche di maggioranza e di opposizione, tra i quali Maria Elena Boschi (IV), Giancarlo Giorgetti (Lega), Valentina Aprea (FI), Paola Binetti (UDC), Piero Fassino (PD), Stefano Fassina (LEU), Paola Frassinetti (Fratelli d’Italia), Stefano Lepri (PD), Maurizio Lupi (Misto).
“Qualcuno vuole forse trasformare la scuola libera in scuola di classe, riservandola ai soli ricchi?”, si legge in una nota diffusa da Agorà per la parità e da USMI-CISM. Bisognerà però capire se gli emendamenti in questione basteranno ad arginare una crisi alla cui origine stanno anche ragioni culturali oltre che economiche come la progressiva secolarizzazione della società italiana. Prima che sia troppo tardi.
Q
Quarantena
In antico quel termine significava segregazione di quaranta giorni, prescritta per malati affetti da malattie contagiose; successivamente, il termine ha significato isolamento, segregazione di persone o animali per motivi sanitari, indipendentemente dal numero dei giorni.
Il termine “quarantena” ritorna di attualità per i contagiati dal coronavirus.
Per la scuola il personale scolastico, trovato positivo al Covid 19, è sottoposto d’ufficio a quarantena.
L’assenza per quarantena ha una valutazione diversa da quella di semplice malattia.
In caso di positività in classe e dopo l’esito del test (“contact tracing”: tracciamento dei contatti), la quarantena è di 14 giorni successivi all’ultima esposizione per il personale scolastico individuato come contatti stretti del caso confermato COVID-19 dal Dipartimento di Prevenzione della ASL competente territorialmente. E’ una guerra.
R
Reclutamento
Il covid 19 tiene bloccati gli altri concorsi che difficilmente, anche se attivati, potranno concludersi in tempo per le prime nomine a settembre, con incremento del precariato. Braccio di ferro.
Responsabilità DS sulla sicurezza
Si chiede l’attivazione di uno scudo civile e penale, per il momento senza esito. DS (non) scudati.
Rodari
S
Smart working
Il nuovo DPCM non parla invece degli insegnanti, per i quali continuano dunque a valere le disposizioni per la didattica a distanza date nel precedente DPCM. Lavoro del XXI secolo.
T
Tempo pieno
È quanto ha dichiarato il premier, Giuseppe Conte, alla presentazione del Rapporto Svimez 2020 “L’economia e la società del Mezzogiorno” illustrando i punti del Recovery plan italiano.
Un’idea ambiziosa quanto impegnativa sotto vari punti di vista, che costerebbe 2,8 miliardi di euro l’anno e richiederebbe 50 mila nuovi posti di lavoro.
Oltre a un miliardo di euro di investimento iniziale per approntare i locali di mensa e laboratori.
Se il Governo intendesse davvero investire somme così elevate, ci troveremmo di fronte a una riforma di portata storica, che aprirebbe la strada ad una maggiore personalizzazione degli apprendimenti e favorirebbe l’aspetto relazionale, la socialità e quindi l’inclusione. Sarà realmente così? Miraggio.
Termoscanner
Questo per assicurarsi che gli alunni non mettano piede in classe o sui mezzi pubblici con sintomi Covid, e per non creare problemi alle scuole, costringendole a misurare la temperatura all’ingresso degli istituti.
Nonostante ciò, moltissime scuole italiane decidono di dotarsi di termoscanner e di misurare la febbre ad alunni, genitori e personale scolastico prima di entrare a scuola.
Addirittura la Regione Piemonte, a settembre, con un’ordinanza raccomanda a tutti gli istituti di misurare la temperatura agli alunni prima dell’ingresso a scuola.
I ministri dell’istruzione e della salute chiedono di sospendere tale ordinanza, ma il Tar respinge la sospensiva, in quanto l’ordinanza regionale non sovverte quanto stabilito dallo Stato, ma lo integra. Altri costi pandemici.
TIMSS
Il coinvolgimento dell’Italia nelle indagini comparative IEA risale al 1966, e si deve soprattutto all’impegno di Aldo Visalberghi, che partecipò personalmente alle ricerche attraverso il CNR e poi il CEDE (Centro Europeo dell’Educazione), trasformato nel 1999 nell’Invalsi.
È impressionante notare come già allora emergessero con estrema chiarezza dalle comparazioni alcune delle caratteristiche del nostro sistema scolastico, tra le quali il progressivo peggioramento del livello dei risultati raggiunti dagli studenti a seconda del livello di scuola preso in considerazione. A distanza di quasi cinquanta anni, la situazione non è cambiata. I risultati del TIMSS 2019 mostrano che la nostra scuola primaria funziona discretamente, mentre quella secondaria di primo grado continua a fare male, pur avendo registrato un lieve miglioramento. Altre conferme di continuità (in negativo) vengono da altri indicatori, come il forte divario Nord-Sud a scapito del Mezzogiorno e la difficoltà dei nostri studenti nell’utilizzare le competenze acquisite per affrontare compiti di realtà. Conoscere per deliberare.
Trasporti
Così dapprima si dispone che possa svolgere le lezioni in presenza solo il 75% dei ragazzi delle scuole superiori, poi si decide, visto l’aumento del numero dei contagi, di tenerli tutti a casa.
Secondo quanto stabilisce l’ultimo DPCM, potranno tornare in classe, sempre al 75%, solo il prossimo 7 gennaio, a patto che si trovino soluzioni che consentano di non creare assembramenti sui mezzi pubblici che non possono essere riempiti, superando la soglia del 50%.
Il compito di risolvere il rebus sempre più complicato viene affidato ai prefetti che però, a ridosso delle vacanze di Natale, non sembrano aver trovato soluzioni che vadano oltre lo scaglionamento degli ingressi a scuola.
E così, a dicembre, la data del 7 gennaio fissata dal DPCM come quella che avrebbe visto gli studenti delle superiori tornare in presenza, viene messa in dubbio con l’interrogativo sospeso del 50% o del 75% di studenti a scuola e degli scaglionamenti orari di ingresso a scuola. Trasporti tallone d’Achille, si doveva fare di più.
U
Uil scuola trentina
Prime avvisaglie di quella che nei mesi successivi sarebbe diventata una serrata polemica tra fautori e avversari della Didattica a Distanza (DaD). Guerra di religione.
Ultimo giorno di scuola
Quasi tutti, però, ritroveranno i compagni l’anno prossimo o in occasione dell’esame conclusivo del I e del II ciclo.
Per oltre mezzo milione di alunni dell’ultimo anno di scuola primaria, invece, potrebbe non esserci più nessuna occasione di incontro, prima di incominciare tra qualche mese un nuovo percorso scolastico in scuole diverse.
Il viceministro dell’istruzione, Anna Ascani, si batte per offrire a questi alunni un’ultima occasione di incontro.
Il CTS, inizialmente contrario per il timore che gli assembramenti possano diventare occasione di contagi, cede alle insistenze, non prima di avere raccomandato prudenza, distanziamento, e uso delle mascherine. La maggior parte dei dirigenti scolastici, a scanso di possibili responsabilità, vieta gli incontri all’interno delle scuole.
Alla fine gli incontri avvengono nel rispetto complessivo delle misure sanitarie imposte e senza evidenti conseguenze. Ne escono soddisfatti migliaia di alunni, molte mamme trepidanti e il vice ministro Ascani. Foto ricordo.
V
Valutazione alunni scuola primaria
Sarà una partenza con affanno con il rischio di una applicazione formale, passiva, non adeguatamente assimilata, impoverita nella sua efficacia riformatrice. Stop and Go (ritardato).
Visentin Marco
Sapevamo della sua ricchezza umana e culturale, ma soltanto dopo abbiamo scoperto anche il suo profilo di scrittore versatile ed estroso, autore di un libro di fantascienza distopica “I ditteri”. Addio, Marco
W
Willy Monteiro Duarte
Era intervenuto per sedare una lite ed era stato barbaramente colpito più volte, anche a terra morente, con calci e pugni.
Era tifoso della Roma e la dirigenza del club giallorosso ha deciso di intitolare il progetto “A Scuola Di Tifo” al giovane ragazzo, ucciso a Colleferro.
Sono state tante le iniziative organizzate in tutta Italia e sui media per non dimenticare la giovane vita spezzata da una barbarie inspiegabile. È stato deciso anche di intitolargli il più grande parco pubblico di Paliano, situato a pochi metri dalla casa dove viveva Willy con la sua famiglia.
All’Esquilino di Roma gli è stato dedicato un giardino; il centro studi La Pira ha proposto di dedicare a Willy un luogo della città. Tuttoscuola propone di dedicare l’anno scolastico alla sua memoria. Mai più.
Z
Zone Covid (gialla, arancione, rossa)
L’Italia viene suddivisa in zone dove è maggiore l’intensità dei contagi, dei ricoveri e dei decessi.
Ne derivano sostanzialmente tre livelli individuati con colorazione, gialla (minori restrizioni), arancione e rossa (maggiori restrizioni).
In tutte le regioni, indipendentemente dal colore di fascia, gli studenti degli istituti della secondaria di II grado sono costretti a seguire le lezioni da casa, fatta salva la possibilità di presenziare alle attività di laboratorio a scuola.
Nelle zone rosse sono costretti a casa anche gli alunni del secondo e terzo anno delle scuole secondarie di I grado.
In Campania, e per alcuni giorni anche in Puglia, i presidenti della Regione dispongono la DAD anche per tutti gli alunni degli altri settori scolastici.
È fondata la preoccupazione che i lunghi periodi di attività didattica non in presenza a scuola incidano negativamente sui livelli di preparazione dei ragazzi e che accentuino la dispersione scolastica. SOS Scuola.
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