1916-2016: ‘Democrazia e Educazione’ di John Dewey compie 100 anni

Il saggio di John Dewey Democrazia ed educazione, pubblicato nel 1916 (ma tradotto in italiano solo nel 1949),  è forse il testo che ha esercitato la maggiore influenza nel dibattito politico- pedagogico sviluppatosi nel mondo occidentale – quello liberal e social-democratico – nel corso dell’intero ventesimo secolo.

Nel pensiero di Dewey il rapporto tra sistema democratico, inteso come società aperta, fondata sulla libera interazione tra individui e gruppi sociali, e modello pedagogico, centrato sull’esperienza intesa come scoperta continua della realtà naturale e sociale, sempre sottoposta a confronti e verifiche, è così stretto da istituire una corrispondenza biunivoca: una democrazia non è tale se non ha un sistema educativo che forma individui liberi e critici, e un sistema educativo adempie pienamente la sua missione solo se mette gli individui in condizione di confrontarsi e di co-costruire e implementare continuamente le regole di funzionamento della società.

Questo modo di intendere il rapporto tra scuola e società si è scontrato nel corso del ventesimo secolo non solo con i modelli autoritari imposti dai regimi totalitari di destra e di sinistra o ipernazionalisti come quello giapponese prima della seconda guerra mondiale, ma anche con le concezioni conservatrici e/o burocratiche del ruolo della scuola, che ne privilegiano una funzione meramente trasmissiva del patrimonio culturale di una nazione.

Il pensiero di Dewey ha fortemente influenzato anche il dibattito politico-pedagogico sviluppatosi in Italia nel dopoguerra, che ha visto in Aldo Visalberghi, studioso e divulgatore di Dewey, uno dei suoi maggiori protagonisti. Ed è certamente all’insegnamento del filosofo e pedagogista americano che si è ispirata la nuova serie del periodico trimestrale Scuola democratica, diretto da Luciano Benadusi, quando ha scelto – già ormai in pieno ventunesimo secolo – di sottotitolare la rivista con il motto manifestamente deweyano Learning for democracy.