18App: 500 euro per la cultura. Un investimento nei costumi culturali

È nato per i ragazzi nati nel 1998, sulla scia dell’orrore omicida del Bataclan e come risposta, non solo simbolica, a chi da Palmira a Ninive da Parigi a Istanbul ha fatto, non per caso, proprio dell’attacco alla cultura, allo stare insieme, al divertimento un elemento chiave della politica del terrore e della paura.

Contro la paura, per rafforzare i legami sociali, per contribuire a dare valore alla differenza e alla complessità. Come scommessa sull’emancipazione, sulla capacità di scelta delle ragazze e dei ragazzi, sulla loro responsabilità ed indipendenza. Su un’idea di cittadinanza che vede coincidere l’ingresso nell’età adulta, diventare cittadini, con l’occasione per poter entrare in contatto con il teatro, la musica, il cinema, la letteratura in maniera totalmente libera, senza dover dipendere da nessuno, nemmeno economicamente. Senza sottostare alle scelte altrui.

La risposta non s’è fatta attendere, e con dati molto positivi. Il primo anno si è chiuso con oltre il 60% dei ragazzi che hanno completato la procedura, volontaria, di iscrizione, e con oltre 3500 luoghi che hanno aderito: cinema, teatri, musei, librerie, oltre la metà attraverso la rete online.

Perché l’innovazione tecnologica è un‘altra faccia della medaglia di 18 App che, fruibile attraverso l’attivazione dell’identità digitale, sta permettendo di avere la gran parte dei nuovi cittadini già pronti per il pieno passaggio all’amministrazione telematica e a tutti i servizi collegati. Un bel vantaggio per loro e per tutti.

La conferma per i nati nel 1999, e la sua attivazione a inizio autunno, sta viaggiando al ritmo di quasi 5000 registrazioni al giorno.

E fa pensare che se cento anni fa ai ragazzi del ’99 lo Stato diede in mano un fucile per andare in trincea oggi a questi ragazzi del ’99 diamo Cultura.

L’estensione alla musica registrata oltre che ai concerti dal vivo rientra in una più complessiva innovazione culturale che vede finalmente la musica tutta riconosciuta pienamente come cultura, un aspetto su cui il nostro Paese ha segnato e segna ancora resistenze, spesso facendo emergere retaggi collodiani, un’idea un po’ veterotestamentaria contro tutto ciò che è divertimento.

Come se la cultura dovesse essere per forza noiosa.

18 App rappresenta una svolta anche su questo fronte. E si aggiunge al lavoro in dirittura di arrivo sullo spettacolo dal vivo e alle nuove norme introdotte dalla legge 107 nella scuola.

E proprio alle scuole e al loro coinvolgimento si sta guardando in vista del rinnovo anche per i nati del 2000. Pensando di rafforzare l’uso di gruppo e comunitario di questa opportunità e di individuare una giornata di registrazione per arrivare davvero a tutti, soprattutto a chi ha meno strumenti personali e familiari e può trovare più difficoltà ad ottenere quello che sta diventando a pieno titolo un nuovo diritto. Il diritto all’accesso alla cultura.

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