Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Preside vieta agli studenti di alzare la mano in classe: giusto o sbagliato?

Vietato alzare la mano in classe, anche se conosci la risposta esatta alla domande dell’insegnante. Accade nei giorni scorsi al liceo inglese Samworth Church Academy School di Mansfield, dove il preside ha pensato questo strano divieto in quanto “rispondere per alzata di mano è una pratica antiquata che non aiuta l’apprendimento degli studenti“. Ma è davvero così?

La “lotteria della domande” – Ammettiamolo: tutti abbiamo provato l’adrenalina di conoscere la risposta esatta alla domanda posta dall’insegnante. Nel preciso instante in cui lui termina di porre il quesito (a volte anche un po’ prima) la nostra mano è schizzata il più in alto possibile. Contemporaneamente, però, anche i nostri compagni potevano conoscere la risposta corretta. In tanti con i palmi alzati quindi, una sola la risposta corretta. Ricordiamo allo stesso modo anche la speranza di essere chiamati per fare bella figura, per dimostrare di aver studiato, per lanciare un messaggio positivo. A volte ci è andata bene, abbiamo vinto. Magari grazie al fatto di aver incrociato lo sguardo dell’insegnante, siamo stati chiamati per primi. Più spesso, però, abbiamo perso, bruciati sul tempo da chi è stato più veloce, fortunato, scaltro.  Quando in classe inizia la “lotteria” delle domande, gli studenti sanno bene che l’unica speranza che hanno di poter avere successo è quella che gli altri falliscano. Se ad essere chiamata è un’altra persona, se lei risponderà correttamente, la lotteria terminerà immediatamente. Senza contare che ci sono anche gli alunni che le risposte le conoscono, forse le sanno tutte. Ma che per timidezza, paura, difficoltà di linguaggio o di comunicazione se le tengono dentro, o al massimo, le sussurrano a voce bassa.

Vietato alzare la mano: è davvero questo il problema? – Ad essere sotto la lente di ingrandimento quindi non è tanto la modalità di risposta per alzata di mano, quanto l’organizzazione della didattica, ancora troppo spesso esclusivamente basata sulla lezione frontale e su una modalità poco coinvolgente e dinamica per gli studenti. Forse, più che vietare l’alzata di mano, si dovrebbe promuovere una diversa idea di struttura didattica, basata, ad esempio, sulla promozione di riflessione e discussione tra studenti, sul metodo della ricerca, sulla promozione della cittadinanza e del rispetto reciproco, non della riproduzione di quanto detto dal docente

Un altro modo di pensare la scuola – Vietare è inutile, se non addirittura pericoloso. Rischia di rafforzare un atteggiamento, invece che reprimerlo. Serve un’inversione di rotta, un modo diverso di pensare e concepire la scuola, il ruolo degli studenti e la funzione delle discipline. Una scuola, in altre parole, che promuova il protagonismo degli alunni e li prepari alla complessità della società moderna.

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