Venti d’Erasmus

Venti anni di Erasmus. E venti di tempesta sull’Erasmus. Almeno per quanto riguarda gli studenti stranieri che vengono in Italia avvalendosi di questo noto programma europeo di mobilità universitaria. Secondo i risultati di un questionario cui hanno risposto on line 1.500 studenti di 28 diverse nazionalità, il nostro Paese resta attraente ma è troppo costoso, soprattutto per l’alloggio, mentre l’organizzazione delle università è giudicata scadente.

E’ questa l’università italiana così come viene percepita dagli studenti Erasmus che hanno risposto al questionario proposto dalla free press Studenti Magazine e dall’associazione Erasmus Student network Italia aderente alla ESN, la maggiore associazione europea di studenti universitari (www.esn.it).

Secondo l’83% degli intervistati il costo della vita in Italia è più alto di quello dei loro Paesi di provenienza, e per il 71% l’università italiana è peggiore di quella del loro paese. Quanto ai professori, va un po’ meglio perché il 59% non vede differenze con quelli del proprio Paese, il 25% li giudica peggiori, ma il 16% addirittura migliori.

La sorpresa maggiore, in senso negativo, viene dalla scarsissima considerazione che secondo gli studenti stranieri viene riservata nelle nostre università alla lingua inglese ai fini dello studio: solo l’1,4% la ritiene indispensabile, mentre per il 46,6% è del tutto inutile e per il 53% utile, ma non fondamentale.

La cosa è preoccupante perché riflette un più generale ritardo del nostro Paese sul versante dell’insegnamento/apprendimento dell’inglese: un ritardo che ha le sue radici nel sistema scolastico, e che non può essere colmato dal fatto che alcune università italiane d’avanguardia stiano cominciando ad impartire alcuni insegnamenti direttamente in inglese.