Valutazione degli alunni e valutazione del sistema: l’equivoco della prova Invalsi

Prima che le prove Invalsi per l’esame di fine 1° ciclo 2012 vadano definitivamente in archivio, accompagnate dalle dichiarazioni di un legittimo “tutto ok” ministeriale per l’efficienza del servizio offerto ai quasi 600 mila ragazzi all’esame, ci sia consentito di esprimere, ancora una volta, una perplessità di fondo sull’efficacia del sistema adottato.

Pochi giorni fa Tuttoscuola diceva “La prova Invalsi non obbedisce alla logica della valutazione didattica, che è ‘micro’, afferendo a individui,  ma a quella della valutazione di sistema, che è ‘macro’ riguardando gruppi, classi, scuole, territori”.

Le prove d’esame vengono quindi utilizzate prevalentemente per un altro scopo che non è quello della valutazione degli alunni, “usati” per valutare il sistema.

Ai commissari d’esame, meri esecutori e controllori di quella prova, viene sottratta la competenza primaria, discrezionale, di valutare gli alunni.

“Perché con-fondere due logiche così diverse – osservava Tuttoscuola – inserendo la prova Invalsi tra quelle di esame? Non sarebbe (stato) meglio mantenerla distinta, facendola svolgere subito prima degli esami, oppure mantenerla come data all’interno del calendario d’esame ma togliendole ogni valore ai fini della valutazione finale e del relativo voto?”

Implicitamente ieri il Sottosegretario Elena Ugolini, nel dichiarare la soddisfazione per la riuscita della prova, ha messo in evidenza l’equivoco, sottolineando che “Una prova nazionale che permetta di avere dei risultati comparabili, aiuta ogni singola scuola ad  avere un punto di paragone esterno per capire  i propri punti di forza e di debolezza e consente ai ragazzi di confrontarsi con i loro coetanei a livello nazionale. Questa valutazione non sostituisce quella formativa, interna, che spetta solo ai docenti  nel loro lavoro quotidiano, ma permette di uscire da un ‘autoreferenzialità’ che sicuramente non aiuta la scuola a diventare quell’ ascensore sociale capace di mettere a frutto i talenti e, agli studenti, di acquisire gli strumenti per proseguire con successo gli studi”.

Appunto.