Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Musica è Emozione. Per una scuola più inclusiva e creativa

La musica, in tutte le sue espressioni, ha accompagnato fin dalle più lontane origini i processi di interazione sociale che hanno consentito al genere umano di costruire livelli sempre più evoluti di civilizzazione, intendendo con questo termine la progressiva costruzione, nel tempo e nello spazio, di un sempre più ampio patrimonio culturale, fatto di un insieme di conoscenze, tecniche, produzioni artistiche e letterarie, elaborazioni scientifiche e filosofiche. Nonché pedagogiche, perché la conservazione e la trasmissione di tale patrimonio è stata oggetto di attenzione da parte delle classi dirigenti delle comunità politiche fin dalla loro nascita, spesso per ragioni di potere, altre volte (come nella Grecia di Pericle, Platone e Aristotele, limitandoci all’ambito della cultura cosiddetta ‘occidentale’) perché ritenuta importante in sé, e dunque meritevole di essere insegnata.

Alla costante presenza della musica nella storia della cultura occidentale è dedicato il primo capitolo, redatto da Carlo Cappa, del volume Musica è Emozione. Crescita educativa e culturale nella scuola secondaria di primo grado(a cura di C. Cappa e di G. Sellari, con prefazione di Luigi Berlinguer, edizioni ETS, Pisa, 2018): un lavoro che contiene, accanto al citato denso saggio storico-filosofico di Cappa, docente di Pedagogia generale presso l’Università di Roma Tor Vergata, i contributi degli altri co-autori di una interessante e originale ricerca sul campo, finanziata dal Miur nel 2015 (DM n. 1137 del 30 ottobre), relativa alla “Promozione della cultura musicale nella scuola”. La ricerca, a carattere interdisciplinare, ha riguardato in particolare il funzionamento del ‘laboratorio di musica d’insieme’ attivo già da anni nell’IC “Angelo Maria Ricci” di Rieti, uno dei quattro Istituti di scuola secondaria di primo grado a indirizzo musicale risultati vincitori del bando.

La ricerca, intitolata “Il ruolo della musica d’insieme nell’educazione alla convivenza e alle relazioni di fiducia, cooperazione e reciprocità”, ha messo in luce l’importante, e in alcuni casi addirittura decisivo, apporto dato da tale attività alla corretta ed efficace educazione emotiva degli alunni, soprattutto i più fragili. Questa tematica viene efficacemente illustrata in particolare da Giuseppe Sellari, musicologo e docente di Didattica speciale a Roma Tor Vergata, mentre si deve a Francesco C. Ugolini una attenta analisi, di taglio quasi etnografico, sulle esibizioni in pubblico da parte degli studenti, sul loro rapporto con gli insegnanti e sui risultati ottenuti. Il contributo di José Luis Arostegui Plaza, dell’Università di Granada, pur assai critico verso le valutazioni internazionali fondate su standard impersonali, inapplicabili nel campo delle arti e della musica, si sofferma tuttavia sulla necessità che la formazione dei docenti di musica tenga conto del carattere relazionale e trasversale di questo insegnamento, di importanza fondamentale per l’educazione alla socialità e alla cittadinanza.

Nella sua convinta prefazione al volume Luigi Berlinguer, l’ex ministro fattosi alfiere, dopo l’esperienza ministeriale, di una vigorosa battaglia contro la “scuola logocentrica”, dà atto alla Buona Scuola di aver finalmente riconosciuto, attraverso l’emanazione del Decreto legislativo 13 aprile 2017 n. 60, che “a scuola la pratica artistica è altrettanto necessaria quanto la logica o le conoscenze”. Ne sarà convinto anche l’attuale ministro Bussetti?

 

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