La movida dell’ultimo giorno di scuola

Non serve un prolungato contatto fisico per provocare un contagio da Covid – 19: basta un attimo, uno scambio di respiro senza mascherina e il virus passa in un solo istante da una persona all’altra.

Statistiche alla mano, i giovanissimi rappresentano la fascia di età pressoché immune dai contagi del Covid – 19, ma possono essere portatori sani del contagio verso le persone di famiglia, soprattutto se anziane.

È soprattutto per questa ragione che le nostre scuole sono rimaste chiuse per tre mesi, per evitare che proprio la scuola potesse diventare una bomba esplosiva di diffusione del contagio.

Sarebbe bastato un attimo, uno scambio di respiro e l’alunno avrebbe portato il virus a casa, forse per l’ultimo respiro del nonno.

E tutti sono ora concordi nell’affermare che la chiusura delle scuole ha evitato il peggio.

Nessuno certamente pensa di annullare in un sol colpo i sacrifici di tre mesi di quarantena che sono serviti forse a salvare il nostro Paese. Eppure….

In spregio alle rinunce della quarantena che sono servite a portare milioni di italiani verso la luce (non ancora oltre il tunnel della pandemia), c’è chi ha ritenuto più importante un gesto di amicizia, un suggello di ricordi: soltanto per qualche ora, giusto il tempo per un piccolo contatto, piccolo piccolo.

Come se tutto questo tempo fosse stato soltanto un incubo e non una drammatica realtà.

Come se il Covid 19 fosse un brutto ricordo e niente più.

L’idea che sta girando è quella di una specie di movida dell’ultimo giorno di scuola per gli alunni del quinto anno di scuola primaria e del terzo anno di scuola secondaria di I grado che potranno ritrovarsi per l’ultima volta davanti alla scuola o nel cortile della scuola, se il preside ne consente l’accesso (non certamente dentro la scuola o in classe con gli ostacoli della sanificazione).

Sarebbe certamente bello, piacerebbe indubbiamente a molti ragazzi, e la proposta sarebbe interessante, come ha rivelato anche qualche autorevole editorialista; è bene tuttavia riflettere meglio sugli effetti della proposta.

Ma di quanti alunni di scuole statali e paritarie parliamo?

Di un milione e 113 mila alunni: 545 mila delle quinte di primaria e 568 mila delle terze di secondaria di I grado.

È pur vero che sono vietati gli assembramenti, ma per la movida dell’ultimo giorno di scuola si può fare un’eccezione, no?

Ma poi, di quali assembramenti parliamo? Di pochi ragazzini che si scambieranno gli indirizzi, qualche abbraccio e pacche sulle spalle con un ‘cinque’ di saluto, a mascherine abbassate?

Si tratta di quinte e terze classi soltanto con una ventina di alunni. O no?

A dire il vero in una stessa scuola ci possono essere più corsi e quindi più quinte classi e più terze.

Per l’esattezza nelle sole scuole statali ci sono 471 plessi scolastici con più di 100 alunni delle sole classi quinte, e altri 2.853 plessi che di alunni di quinta ne mettono insieme dai 50 ai 100.

Sarà difficile in quei casi evitare assembramenti, toccamenti, abbracci, saluti come una volta. Sono ragazzi. Ma chi li tiene?

E nelle terze classi della secondaria di I grado?

In 2.077 scuole gli alunni di tutte le terze presenti superano la soglia di 100 alunni e altre 2.163 scuole hanno nelle terze classi dai 50 ai 100 alunni.    

Anche in questi casi sarà difficili evitare assembramenti, toccamenti, abbracci, saluti come una volta. Ma cosa si può pretendere dai ragazzi? Che si salutino a distanza di un metro?

È pur vero che il Covid – 19 non fa eccezioni, ma in questi casi, forse, anche il Coronavirus potrebbe fare un piccolo strappo. No?

Ma che diamine, per un giorno solo, per qualche ora, suvvia!

Un saluto, forse un abbraccio tra amici che stanno per partire per percorsi scolastici diversi, si può concedere, no? Uno strappo alle regole, un una tantum che male può fare?

Forse il virus nemmeno se ne accorgerà. Forse.

Se poi, a distanza di qualche settimana dalla movida dell’addio, nelle famiglie vi sarà l’addio definitivo di qualche nonno, pazienza. Ma l’ultimo giorno di scuola sarà salvo. O no?