Docenti italiani in ritardo con digitale e tecnologia. I dati Ocse-Pisa

Gli studenti italiani hanno potuto godere di un livello di DaD nella media con quello di 79 Paesi (industrializzati e no). Peccato che, invece, i docenti italiani abbiano un serio ritardo sul digitale, sulle lezioni da impartire, sulla loro capacità di cambiare didattica nel momenti in cui si passa dalla presenza in classe al remoto (la stanza dei loro alunni). È quanto rilevato dal rapporto Ocse-Pisa riportato da Repubblica.

A causa dell’emergenza Coronavirus la maggior parte dei Paesi colpiti dal Covid ha dovuto chiudere le scuole. L’impostazione dell’istituto è questa: la didattica a distanza offre opportunità inedite alla diffusione e all’apprendimento della scienza, “la tecnologia può consentire a insegnanti e studenti di accedere a materiali specialistici ben oltre i libri di testo, materiali che ci insegnano non solo la scienza, ma possono simultaneamente osservare il modo in cui studiamo e impariamo la scienza”. Servono, per tutto questo, “insegnanti brillanti”. Ma i dati (l’analisi è di questi giorni ma sui dati del 2018 e si riferiscono ai ragazzi di 15 anni) parlano chiaro: sulla preparazione digitale c’è un ancora tanto lavoro da fare. A fronte di 1 solo studente su 9 che a 15 anni sa distinguere i fatti dalle opinioni, c’è ancora bisogno di una guida salda al vertice della classe: l’insegnante.

Secondo il rapporto, l’Italia è al 72° posto (su 79) per le competenze tecnologiche dei propri insegnanti. Metà esatta del corpo docente (che è formato da 800mila tra maestri e professori) le ha, metà non le ha. Non c’è differenza, di fronte a questa domanda, tra scuole svantaggiate o avvantaggiate.