Ambienti di apprendimento online

a cura delle docenti Chiara Cipolli e Paola Villani, e della classe IIB della Scuola secondaria di I grado "Don Milani" di Genova

Nella Scuola secondaria di primo grado “don Milani” di Genova[1], da alcuni anni sono presenti nelle diverse classi degli ambienti di apprendimento online, luoghi di lavoro condivisi tra studenti e docenti e collaborativi, che si avvalgono di varie risorse e strumenti per l’attività di apprendimento guidato e di problem solving. Al momento, i più diffusi nella scuola sono Wikispaces e PbWorks[2].  

Nella seconda B è in uso, dall’inizio della prima classe,  uno di questi ambienti. I docenti lo hanno creato e proposto agli alunni sin dall’inizio della prima media, dopo essersi accertati che tutti disponessero di computer e del collegamento ad internet.  Per una maggiore protezione della giovane età dei ragazzi, è stata scelta l’opzione di iscrizione indipendente da un indirizzo e-mail, anche se ciò provoca l’impossibilità di ricevere notifiche in tempo reale[3]. Ogni docente della classe che lo desideri, e sono la maggioranza, può aprire pagine dedicate alle proprie materie e organizzarle secondo i temi, i percorsi e le unità di apprendimento che ritengono opportune.

Gli alunni non hanno attualmente le credenziali per aprire pagine, ma possono caricare file e materiali audio o video, compiti  e le verifiche che vengono loro richieste, come pure i prodotti di lavori di gruppo svolti in classe.

Per quanto le idee e impressioni dei docenti siano significative e la riflessione sia già da tempo maturata intorno a metodi e risorse[4], ci è sembrato importante dare qui la precedenza di parola agli studenti. Li abbiamo intervistati, per capire cosa pensino del loro ambiente Wikispaces, come si trovano ad usarlo e se lo consiglierebbero a compagni e docenti di altre scuole.  

Usate facilmente Wikispaces?

“Sì, perché è comodo e molto intuitivo, basta che guardi e capisci cosa devi fare. Secondo me è abbastanza semplice, schematico, permette agli studenti di avere un posto, un luogo dove chiedere delle cose, vedere dei compiti, per capire e per vedere se anche il prof ha lasciato dei suggerimenti.”

A che cosa vi serve o vi è utile?

“Noi facciamo molto affidamento su Wikispaces, è come un quaderno di scuola, con tutto il materiale; puoi collegarti anche al di fuori di casa tua, per ricevere e trovare compiti, consegne, e i materiali prodotti ed utilizzati durante la lezione. Lo usiamo come deposito e ci è di grande aiuto per la collaborazione tra di noi”. Infatti “è come avere un intero gruppo virtuale che lavora insieme, c’è un rapporto di aiuto tra ragazzi; a parte casi specifici chiediamo supporto ai compagni comunicando tra noi più che con i professori”.

“Mi serve che ci siano anche gli altri perché io ho bisogno di vedere, se non ho capito la consegna; capisco guardando il lavoro degli altri”.

“E poi lo uso molto per prepararmi alle verifiche, perché ci sono tutte le schede; allora controllo di averle; ci sono i ppt, le indicazioni delle pagine da studiare, oppure i questionari”.

“Già, se si fa una tabella alla lavagna e non tutti la scrivono perché uno è stanco, etc., il materiale viene fotografato e viene messo sul wiki perché così sai cosa studiare. Praticamente sul tuo schermo hai la consegna scritta, gli esempi e anche le varie indicazioni dei professori, si capisce tutto molto di più. Possiamo starci di più, non si perdono i passaggi fondamentali e sul Wikispaces c’è sempre un mini riassunto”.

“Si possono mettere link o collegamenti ad altre pagine per approfondire gli argomenti trattati”.

Usando il Wikispaces hai migliorato le tue competenze tecnologiche?

Sì, dopo aver familiarizzato con questo ambiente abbiamo conosciuto e imparato con più facilità ad usare anche altri strumenti come Audacity, Prezi, Blendspace, Thing link. Ciò ci ha dato la possibilità di avere più libertà e fantasia nell’esporre, nel riepilogare i percorsi, nel presentare alla classe i nostri lavori.  A volte i professori hanno imparato qualcosa da altri professori e questo è avvenuto tramite noi. A volte noi vediamo fare certe operazioni, usare certi accorgimenti da un docente e poi lo insegniamo ad un altro, come se fossimo dei vasi comunicanti.

Ma allora consigliereste un ambiente di apprendimento online?

“Sì. La maggior parte di noi è entusiasta di questa piattaforma, perché viene utilizzata molto; quando i prof ci chiedono di fare un lavoro su Wikispaces nessuno si tira indietro, nessuno dice che “pizza!”. E’ apprezzato da tutti e anche se uno non lo sa usare, c’è sempre il modo di imparare. La nuova compagna appena arrivata dalla Romania, ad esempio, ha iniziato ad andarci…”

“Certo, i prof devono essere ordinati nel creare le pagine, organizzare i materiali aggiornandoli con frequenza, senza essere troppo sintetici.”

Quali sono le difficoltà che avete incontrato?

“Per esempio, all’inizio non sapevo mettere i link o cosa volesse dire upload, i primi giorni non capivo proprio niente. Ci vorrebbe un tutorial per evitare quelle lunghe e noiose spiegazioni in classe”.

Il Wikispaces ti permette di comunicare e chiedere spiegazioni ai tuoi insegnanti con un messaggio, però “è difficile che i prof ti rispondano entro 24 ore e di domenica mattina”.

Poi ci sono persone più “vecchio stile” che hanno difficoltà con la tecnologia e si trovano meglio a studiare sul libro. “Per alcune cose mi trovo meglio sul cartaceo, perché so che le ha scritte una persona capace di cui mi fido, mentre non so se sono attendibili le cose che trovo online”.

“È vero, un libro è sempre un libro, ma non vuol dire che le cose che ci sono scritte siano al cento per cento giuste…. c’è sempre da dubitare sulla verità di quello che c’è scritto. Se devi fare una ricerca di storia parli con uno storico, se fai una ricerca di…”. “E se non hai lo storico a disposizione?” “Vado sul blog di uno storico”, “Ma anch’io posso creare il blog di uno storico e poi scrivere cose inattendibili” “Per essere sicuri bisogna consultare più fonti”.

Cosa migliorereste in futuro del nostro Wikispaces?

In generale, potremmo personalizzarlo di più con avvisi notizie, scambi di esperienza. “Potremmo farne una app per quando per qualcuno di noi non è possibile usare il computer”.

Il bilancio, a sentire i ragazzi, appare positivo: l’uso di questo ambiente di apprendimento appare capace di motivare e interessare i ragazzi, potenzia la loro capacità di studiare e approfondire, promuove la  loro facoltà metacognitiva nella produzione creativa e  nel ripercorrere gli argomenti svolti.

È un percorso appassionante, non privo di difficoltà,  fatto di piccoli passi e conquiste per gradi.

Per noi insegnanti è sicuramente un impegno quotidiano supplementare all’attività tradizionale e implementarlo,come organizzarlo,rappresenta senza meno uno sforzo continuo: rispondere il più velocemente possibile alle pressanti istanze dei ragazzi non è certo modulato sul tempo scuola… ma rappresenta una sfida la ricerca di una gestione sempre più equilibrata e uno stimolo a sperimentarenuove strade e strumenti per aiutare con successo i ragazzi nei loro processi di apprendimento; allo stesso tempo è un’occasione di crescita per tutta la nostra scuola, come comunità educante, e della nostra professionalità docente che speriamo venga,  presto, meglio  sostenuta e riconosciuta.

[1] http://www.donmilani.wikischool.it

[2] Rispettivamente http://www.wikispaces.com/ e http://www.pbworks.com.

[3] Nel frattempo nelle classi prime della stessa scuola sono state attivate le Google Apps for Education e quindi si è scelto di dotare i ragazzi di un account di posta elettronica che risponda alle varie esigenze didattiche, tra cui quella di accedere agli ambienti online.

[4]Si pensi al seminario blended “Ambienti di apprendimento online a supporto della didattica”, organizzato e condotto da alcuni docenti della scuola lo scorso autunno presso il Laboratorio di Tecnologie Didattiche per Docenti, centro risorse per il sistema scolastico regionale della Liguria (https://sites.google.com/site/ambientionline/home). Un’esperienza condotta nell’ambiente PbWorks è testimoniata in Delfino M. (2013). Il supporto di ambienti online nella didattica: una questione di disciplina. Bricks, 3(1), pp. 16-26.