Graduatorie e TFA: strappo governo-sindacati

E’ partito con il piede sbagliato il rapporto tra il ministro Giannini e i sindacati. Pomo della discordia il decreto per l’aggiornamento delle graduatorie di istituto e il bando per il Tirocinio formativo attivo che serve per abilitarsi all’insegnamento nella scuola secondaria.

Il ministro li ha firmati “senza ascoltarci” accusano i sindacati che proprio ieri, su questi temi, erano stati convocati al ministero per un’informativa arrivata, in sostanza, a cose fatte. Immediate e indignate le reazioni di Cgil, Cisl e Uil di categoria che hanno promesso battaglia minacciando ricorsi e mobilitazioni.

Ieri pomeriggio una nuova convocazione al Miur non è riuscita a ricucire lo strappo: i dirigenti del ministero hanno assicurato che c’è ancora un po’ di tempo per ‘aggiustare’ i provvedimenti prima della loro pubblicazione, ma di fatto hanno confermato i contenuti contestati.

Oltre che nel metodo, sicuramente lesivo delle normali regole del confronto, abbiamo rilevato la totale indisponibilità all’ascolto delle documentate e serie proposte avanzate da tutti i sindacati nel merito dei provvedimenti” spiega il segretario della Flc Mimmo Pantaleo, che attribuisce al ministero “arroganza e superficialità“.

Contrarietà netta, da parte della Uil scuola, sulla valutazione differenziata delle abilitazioni, “che crea – mette in evidenza il segretario Massimo Di Menna – una immotivata e ingiusta disparità tra le abilitazioni. Con questi provvedimenti si ferma, di fatto, il nuovo meccanismo di reclutamento ipotizzato dallo stesso ministro e si alimenta nuovo precariato“. Per quanto riguarda il Tfa, secondo la Uil, “risulta grave la volontà di escludere dalle abilitazioni tutti gli insegnanti tecnico-pratici e quelli di strumento musicale, a fronte di una disponibilità di posti“.

La Cisl Scuola ha inviato al Miur una nota di diffida annunciando iniziative legali, sostenendo che il provvedimento sulle graduatorie “si pone in evidente contrasto con le norme regolamentari in vigore“. “Sorprende – afferma il segretario Francesco Scrima – come non si tenga minimamente conto dell’inevitabile contenzioso che queste decisioni, assunte in violazione delle norme vigenti e in assenza delle prescritte procedure, sicuramente determineranno, mettendo a rischio il regolare avvio dell’anno scolastico“.

Anche la Gilda, come i sindacati confederali, non esclude di impugnare i provvedimenti.