Precari, la decisione della Consulta soddisfa Anief, Gilda e Sel

Arrivano i primi commenti al rinvio da parte della Corte Costituzionale alla Corte di Giustizia europea circa la questione sulla compatibilità della normativa italiana con la direttiva comunitaria in tema di reiterazione dei contratti a termine e assenza di risarcimento del danno per docenti, amministrativi, tecnici ed ausiliari.

Tra questi, quello dell’Anief, la quale asserisce che la posizione della Consulta ribalta quella assunta esattamente un anno fa della Cassazione, che aveva gettato sui precari una doccia fredda sostenendo che la norma nazionale era chiara e che fosse quindi inutile rivolgersi alla Corte di Lussemburgo su possibili conflitti con la norma comunitaria. “La decisione dei giudici delle leggi è stata saggia – afferma Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – considerato che un’altra ordinanza di remissione, promossa dal giudice del lavoro di Napoli nel gennaio scorso, è pendente alla Corte di giustizia europea”.

Plaude alla decisione della suprema corte anche la Gilda degli Insegnanti: “Con questa importante ordinanza – commenta il coordinatore nazionale, Rino Di Meglio – la Corte Costituzionale ha confermato la necessità di un intervento della giustizia europea per dirimere le continue contraddizioni in cui sono cadute finora le decisioni assunte dalla Corte di Cassazione in questo ambito”.

Soddisfazione più cauta, sul fronte politico, da parte della senatrice Alessia Petraglia, capogruppo dei senatori di Sinistra, Ecologia e Libertà in commissione Istruzione, che commenta: “Bene ha fatto la Corte Costituzionale a rimettere alla Corte di Giustizia Europea la vertenza sulla stabilizzazione dei precari della scuola ma la nostra preoccupazione resta, perché il ministro ha riconfermato che i dati del turnover rimangono limitati a sole 59.000 unità nei prossimi quattro anni e in particolare per il 2013/2014 non sono ipotizzabili più di 15.000 assunzioni tra docenti ed ATA, a causa degli effetti della riforma Fornero sui requisiti pensionistici“.