Tuttoscuola: Non solo statale

Referendum di Bologna, Rodotà spiega il senso della consultazione

Gli argomenti contro il referendum sui finanziamenti del Comune di Bologna alle scuole materne private “discendono da una triste interpretazione, giuridica e politica, che ha voluto aggirare la chiara lettera della Costituzione con un’operazione opportunistica e strumentale, alla quale mi sono sempre pubblicamente opposto anche quando veniva condotta dal Pci e dai suoi successori“. È l’affondo firmato da Stefano Rodotà, presidente onorario del comitato Articolo 33, con una lettera pubblicata oggi sulle pagine nazionali del Corriere della sera. “Distinguere ‘finanziamenti’ da ‘oneri’ e battezzare come ‘pubblico’ un sistema di cui i privati sono parte integrante – continua il costituzionalista – sono espedienti di cui ci si dovrebbe un po’ vergognare“.

Rodotà, poi, replica (citando il cardinal Angelo Bagnasco) a chi afferma che il finanziamento delle private permette allo Stato di risparmiare: “Non si comprende che non siamo di fronte ad una questione contabile. Si tratta della qualità dell’azione pubblica, del modo in cui lo Stato adempie ai suoi doveri nei confronti dei cittadini“. La consapevolezza di questi doveri “si è assai affievolita in questi anni e le conseguenza – scrive Rodotà – di questa deriva sono davanti a noi. Forse varrebbe la pena di ricordare che Piero Calamandrei definiva la scuola pubblica ‘un organo istituzionale’“.

La Costituzione, inoltre, stabilisce che lo Stato deve istituire “scuole statali per tutti gli ordini e gradi”, ricorda Rodotà: “In tempi di crisi, questa norma dovrebbe almeno imporre che le scarse risorse disponibili siano in maniera prioritaria destinate alla scuola pubblica in modo da garantirne la massima funzionalità possibile“. Proseguendo con la lettera, il giurista sottolinea che “siamo ormai così disabituati alle questioni di principio che, quando ci capitano tra i piedi, cerchiamo di liberarcene tacciandole di ‘ideologia’“.

I promotori del referendum, “per fortuna di tutti – dichiara Rodotà – sono abituati ad un altro realismo e chiedono che i principi siano rispettati al di là delle convenienze e che la legittimità costituzionale venga onorata“. Il costituzionalista, infine, afferma che sarebbe “assai lieto” di essere l’ispiratore del referendum, “ma il vero ispiratore è l’articolo 33 della Costituzione“: la richiesta di presiedere il comitato è giunta a procedura referendaria “ampiamente in corso“, continua Rodotà, a dimostrazione di “quanto sia pretestuoso e fuorviante il tentativo di presentare questa iniziativa come parte di una strategia politica che si è venuta sviluppando solo nelle ultime settimane“.

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