Aprea: Il concorso di Profumo penalizza i giovani

In questi giorni è stato annunciato dal ministro Profumo il nuovo bando di concorso di reclutamento per docenti; siamo molto delusi di questo provvedimento poiché, al di là dell’innovazione tecnologica che consentirà in tempo reale di conoscere chi avrà superato il quiz di ammissione e la prima prova, credo che tutto il reclutamento avverrà su tesi e piattaforme superate da almeno dieci anni“. Lo ha detto l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Cultura Valentina Aprea intervenendo questo pomeriggio a Milano alla cerimonia di festeggiamento dedicata alla Fondazione Clerici per i suoi 40 anni.

Soddisfazione è stata espressa dall’assessore per l’esperienza della Fondazione che “ha trovato nelle politiche di Regione Lombardia terreno fertile per fare formazione raggiungendo i migliori risultati“.

Rispetto al concorso, Valentina Aprea ricorda che allo stesso possono accedere solo gli abilitati che già sono nelle graduatorie ad esaurimento, garantiti rispetto all’immissione in ruolo prevista da altre leggi, oppure diplomati e laureati dieci anni fa che hanno concluso gli studi nell’anno 2001/02 proprio perché la legge che consente al Ministro di bandire questo concorso risale a quel periodo.

Credo – aggiunge l’assessore – che questo sia un grosso errore: da una parte apriamo le porte delle scuole ai laureati e diplomati che non hanno seguito corsi di specializzazione all’insegnamento ma soprattutto lasciamo fuori le giovani generazioni che hanno creduto di poter entrare nella scuola seguendo le scuole di specializzazione, partecipando alle selezioni per i Tirocini Formativi Attivi (TFA) che si stanno svolgendo in questi mesi nelle università e che dovranno aspettare nuovi concorsi che a questo punto a mio avviso tarderanno ad arrivare“.

Oggi purtroppo – ha sottolineato l’assessore – registriamo una sconfitta per i giovani ritornando indietro di molti anni nel reclutamento dei docenti. Si stava infatti immaginando da una parte la specializzazione attraverso percorsi universitari e dall’altra si sarebbe dovuto immaginare un reclutamento anche attraverso concorsi ma di reti d’istituto molto più collegato e legato alle autonomie scolastiche ai territori e alla sussidiarietà orizzontale. Regione Lombardia ha lanciato recentemente una legge che prevedeva ipotesi di chiamata diretta almeno per i supplenti annuali, d’intesa con il Governo ma quest’ultimo non ha voluto studiare questo accordo per iniziare le sperimentazioni. Così non andiamo da nessuna parte, ci spiace che proprio un Ministro tecnico non abbia raccolto la sfida del cambiamento nel reclutamento e vari un bando di concorso che alimenterà altro contenzioso e che aiuterà ad entrare in ruolo chi è già garantito lasciando i nostri giovani che da dieci anni aspettano, a bocca asciutta“.

Preoccupazione per questa situazione è stata espressa anche dal senatore Pietro Ichino, docente di Diritto del Lavoro, che ha condiviso il giudizio di Aprea.