Bindi in soccorso del Ministro

Dopo la nuova sconfitta del governo su un emendamento presentato da Futuro e Libertà e appoggiato dall’opposizione, come abbiamo riferito, il ministro Gelmini ha lanciato un preciso avvertimento: “se passa un emendamento di Fli importante, ritiro la legge”.

In una singolare inversione dei ruoli è stata Rosy Bindi (Pd), che in quel momento presiedeva i lavori della Camera, a frenare, quasi volendo rassicurare il ministro sulla reale portata dell’emendamento approvato, che riguardava la copertura finanziaria ella legge.

L’emendamento non determina l’insorgenza di nuovi oneri”, ha spiegato Bindi, “non è una autorizzazione di spesa. Si stanno solo destinando delle risorse a copertura della legge sull’università. Va inoltre ricordato che il disegno di legge di stabilità è destinato a essere approvato dal Senato prima del provvedimento in esame e comunque a terminare il suo iter entro l’anno in corso”. Spetterà dunque “all’altro ramo del Parlamento procedere eventualmente a un diverso coordinamento delle due disposizioni legislative in questione”.

Il problema nascerebbe, ha concluso  Bindi, “se per motivi politici la legge di stabilità non dovesse passare”. A quel punto la legge Gelmini “non sarebbe coperta”.

Ma Gelmini non si fida, il tenore dalla sua dichiarazione è molto chiaro: al primo emendamento “importante” del Fli che dovesse essere approvato, la legge sarebbe ritirata (e la responsabilità se la prenderebbero il Fli e l’opposizione).