Bersani boccia il ddl-Gelmini sull’università

No ai bidoni, sì alle riforme.

Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, avverte il governo che il dialogo e la collaborazione in Parlamento sono possibili sui cambiamenti per l’università se però non si traducono, come è già successo per quelli sulla scuola, in un taglio drastico delle risorse che giudica una “vergogna”.

Nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio, Bersani insieme al vicesegretario Enrico Letta, al responsabile università Marco Meloni, ai capigruppo in commissione di Camera e Senato, Manuela Ghizzoni e Antonio Rusconi, ha presentato le proposte del Pd sulla riforma universitaria che è all’esame di Palazzo Madama.

“Dobbiamo rassegnarci al fatto che su ogni riforma il dominus sia Tremonti?”, ha chiesto Bersani, ricordando che il provvedimento dell’esecutivo prevede tagli al settore per più di un miliardo di euro.

“Anche le riforme che ti fanno risparmiare richiedono un minimo di investimento di partenza – ha spiegato – è una legge universale, qualsiasi azienda funziona così. Il cambiamento richiede investimenti”.

” Noi vogliamo le riforme – ha assicurato il leader del Pd – ma per fare una cosa seria, insomma riforme sì, bidoni no, c’è il precedente della riforma della scuola che si è dimostrata il più colossale taglio al settore. Noi ci prendiamo le nostre responsabilità ma non si prenda in giro il Paese. Abbiamo le nostre posizioni su fatti strutturali, sulla governance, sui ricercatori, ecc, ma non si può far finta che non ci sia uno stato drammatico di alcune università che sono al fallimento tecnico”.

“I commentatori ci giudicano spesso dal grado di appeasement verso il governo – ha insistito Bersani – noi non ci impressioniamo per questo ma se si tratta di prendersi delle responsabilità per fare riforme vere ci siamo, diversamente si arrangino, non faremo ostruzionismo ma non accettiamo, dopo gli otto miliardi di tagli alla scuola, un altro miliardo di tagli all’università perché è una vergogna”.

Bersani ha annunciato, infine, che “con le nostre posizioni di merito faremo il giro delle università per sentire cosa pensano docenti e studenti”.