Bonus di merito per i docenti: premiati quasi 2 insegnanti su 5

Sono 275 mila i docenti di ruolo su 624 mila, come riferisce il Corriere della Sera, premiati con il bonus del merito, attuato secondo criteri autonomamente definiti da ogni scuola e con risultati molto diversi e non sempre condivisi. Secondo il servizio giornalistico che cita i dati del Miur, la percentuale di docenti premiati (media nazionale del 39%) varia dal 47% del Lazio al 33% del Molise. Il premio ha oscillato tra i 200 e i 1800 euro lordi per una media di 600-700 euro.

Non sono mancate critiche e mugugni per la spartizione dei 23 mila euro medi per istituzione scolastica, con casi estremi, anche se quantitativamente ridotti, di scuole che hanno rifiutato di mettere in atto qualsiasi procedura premiale. Inoltre quasi il 20% delle istituzioni ha premiato in parti uguali tutti i docenti, vanificando sostanzialmente l’idea di premialità.

Insomma, un altro istituto normativo della Buona Scuola in chiaro-scuro.

Qualche sindacato propone tuttora di trasferire l’intero fondo ministeriale (200 milioni annui) sulle risorse contrattuali, ma, oltre ad esserci una norma precisa nella legge 107/15 (commi 126 e successivi) che nessun contratto può modificare (occorre una modifica legislativa), c’è l’accordo del 30 novembre che impegna anche i sindacati nel rinnovo del contratto a dare spazio alla valutazione del merito.

Nell’intesa Governo-Sindacati confederali del 30 novembre scorso, il secondo impegno condiviso dalle parti riguardava proprio la valutazione professionale del personale: “Le parti si impegnano ad individuare nuovi sistemi di valutazione che garantiscano una adeguata valorizzazione della professionalità e delle competenze e che misurino e valorizzino i differenti apporti individuali all’organizzazione”.

Sì, dunque, alla valutazione per valorizzare il merito professionale, ma sì anche a nuovi sistemi di valutazione.

Come non pensare subito, quindi, al discusso bonus per i docenti messo in atto per la prima volta nello scorso anno scolastico e del quale, tra dicembre ‘16 e gennaio ’17, un terzo circa dei docenti di ruolo ha incassato il ‘premio’?

La premialità non può essere messa in discussione, dunque (nel contratto). Si dovrà trovare un modo condiviso e credibile per metterla in atto, facendo tesoro dei limiti e delle positività di questo tormentato primo anno del bonus nella scuola.