ANP: l’accordo sulla mobilità incrina la legge 107

Piani triennali dell’offerta formativa, organico dell’autonomia per realizzarli, chiamata diretta e vincoli di permanenza triennali. Questi secondo l’Anp, l’Associazione nazionale presidi, i punti della legge 107 sulla Buona scuola che l’ipotesi di accordo sulla mobilità firmato lo scorso 31 gennaio andrebbe a intaccare. In questo modo, fa sapere l’Anp, “si tende a vanificare l’impianto della legge 107/15 svilendone la portata innovativa e tornando alle vecchie logiche di tutela di interessi particolari”.

La posizione dell’Anp sull’accordo relativo alla mobilità si sintetizza quindi in un netto dissenso. La possibilità di esprimere fino a 15 preferenze nella domanda di trasferimento dei docenti, di cui al massimo 5 scuole, rischia si svuotare gli ambiti, per non parlare della mole della norma. Le sue 84 pagine, secondo l’Associazione nazionale presidi, sarebbero tutt’altro che all’insegna della semplificazione.

Ma la vera preoccupazione dell’Anp è che la chiamata diretta venga depotenziata:Di fatto viene meno la responsabilità del Dirigente Scolastico di scegliere docenti con competenze adeguate alla realtà e ai bisogni della scuola. Ma c’è di più – afferma Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione dei dirigenti – Si rinvia alla contrattazione integrativa d’Istituto la definizione dei criteri e delle modalità di assegnazione dei docenti alle sedi fuori comune della singola Istituzione Scolastica. Ciò in difformità dalle norme che affidano al Dirigente l’organizzazione del servizio e la gestione delle risorse umane attraverso atti unilaterali“.