Ddl Buona Scuola, se il demerito si vede dal mattino…

Tra le indiscrezioni sulla composizione del piano assunzionale contenuto nel disegno di legge che il Consiglio dei Ministri presenterà questa sera, assume rilievo l’esclusione dei cosiddetti idonei del concorso 2012. La conferma arriva dagli stessi delegati dei gruppi formati dai docenti utilmente collocati nelle graduatorie di merito del concorso docenti bandito con DDG n. 82 del 24 settembre 2012.

Gli esponenti dei gruppi riferiscono che l’esclusione sarebbe frutto di una precisa volontà del premier Matteo Renzi, in contrasto con viale Trastevere e con il ministro Stefania Giannini, che giusto il 18 febbraio scorso ne confermava la presenza a pieno titolo nel piano assunzionale in un question time.

La decisione, se confermata stasera, contravverrrebbe in un colpo solo a quattro riferimenti normativi: al Testo Unico che prevede l’assunzione dei candidati per il 50% dalle Graduatorie a Esaurimento e per l’altro 50% appunto dalle graduatorie concorsuali o di merito, al decreto del Ministro sullo scorrimento delle graduatorie dello scorso maggio che equiparava gli idonei ai vincitori di concorso in quanto appartenenti alla medesima graduatoria di merito, alla legge 30 ottobre 2013, n. 125 (il cosiddetto Decreto D’Alia) che impone di esaurire le graduatorie vigenti prima di indire nuovi concorsi, e alla durata triennale delle graduatorie concorsuali prevista ancora dal Testo Unico, che in alcune regioni (tra cui la Toscana e il Lazio) e per molte classi di concorso ha decorrenza 2014 (e dunque dovrebbe concludere la sua validità almeno nel 2016). In questo senso, non stupirebbero le resistenze del Ministero a derogare contemporaneamente da questo cumulo di norme.

Aldilà degli aspetti legislativi, una ulteriore conferma dell’indiscrezione stupirebbe invece per quello che era lo spirito che sembrava inizialmente pervadere le linee del governo sulla Buona Scuola, che sembrava diretta a premiare il merito e le selezioni concorsuali. E invece in questa esclusione sarebbe punitiva nei confronti di chi ha superato il concorso percentualmente più selettivo nella storia dei concorsi a cattedre. E dunque costituirebbe davvero un inspiegabile dietrofront da parte del Presidente del Consiglio.