2015, UN ANNO DI SCUOLA DALLA A ALLA Z

Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.

La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti,

genitori e studenti.

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Cari lettori,

speriamo di fare cosa gradita inviando, come consuetudine da oltre dieci anni, il riepilogo dei principali avvenimenti che hanno riguardato la scuola italiana nell’ultimo anno.

Con l’occasione porgiamo a tutti i migliori auguri per un buon 2016!

 

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2015, UN ANNO DI SCUOLA DALLA  A ALLA Z

(L’originale, dal 2002)

 

Fatti, avvenimenti e persone – Consuntivo del 2015

A cura di TUTTOSCUOLA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A

Alternanza scuola-lavoro

 

 

Ottobre – Il Miur pubblica le attese ‘Linee guida’ sull’alternanza scuola-lavoro. Il documento  la definisce come un “percorso unico e articolato da realizzare in contesti operativi con una forte integrazione ed equivalenza formativa tra esperienza scolastica ed esperienza lavorativa”.

Prevale sempre comunque, come previsto fin dalla legge n. 53/2003, che l’aveva introdotta in forma organica per la prima volta, la dimensione curricolare e educativa dell’attività di alternanza, anche se le discipline, come si legge nelle Linee guida, “sono necessariamente contestualizzate e coniugate con l’apprendimento mediante esperienza di lavoro”. I percorsi di

alternanza scuola-lavoro sono ora estesi anche ai licei.

La valutazione finale degli apprendimentiresta in ogni caso riservata ai docenti del Consiglio di classe, “tenuto conto delle attività di valutazione in itinere svolte dal tutor esterno sulla base degli strumenti predisposti”. Il tutor formativo esterno infatti, ai sensi dell’art. 5 del D.Lgs. 15 aprile 2005, n. 77, non partecipa allo scrutinio ma “fornisce all’istituzione scolastica o formativa ogni elemento atto a verificare e valutare le attività dello studente e l’efficacia dei processi formativi”.

I regolamenti sul riordino degli istituti professionali e degli istituti tecnici stabiliscono, peraltro, che le Commissioni di esame “possono avvalersi di esperti del mondo economico e produttivo di documentata esperienza nel settore di riferimento”.

Nel complesso, almeno per quanto riguarda gli istituti tecnici e professionali (non i licei, dove il ‘peso’ delle attività in alternanza è più limitato), il lavoro viene riconosciuto come fonte di  apprendimento al pari della frequenza scolastica. Basterà a colmare il gap tra il mondo della scuola e quello del lavoro? 

Assunzioni (Piano straordinario)

 

 

Agosto – novembre . Tra la fine dell’estate e i primi mesi di scuola viene attuato il piano straordinario di assunzione previsto dalla legge 107/15.

Ne beneficiano gli iscritti nelle graduatorie di merito dell’ultimo concorso e gli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento.

Il piano prevede l’immissione in ruolo di oltre 102 mila insegnanti.Sono previste quattro fasi successive: Zero, A, B e C.

Le fasi più controverse sono le ultime. I candidati che intendono parteciparvi devono indicare in ordine di preferenza tutte le province.

Vi sono aspre polemiche per la paventata mobilità fuori provincia di migliaia di docenti.Si parla di ‘emigrazione di massa’ e, addirittura di ‘deportazione’.

La possibilità di rimanere in sede per chi è stato nominato supplente annuale o fino al 30 giugno evita il peggio, ma lascia scoperte molte sedi.

Al termine del piano risultano non assegnati circa 15 mila posti per mancanza dei titoli richiesti (in particolare specializzazione per il sostegno).

 

Astensione (prove Invalsi)

Luglio – Dopo il maggio infuocato che ha visto le prove Invalsi coinvolte, loro malgrado, nella contestazione della Buona Scuola, c’era una comprensibile curiosità per conoscere le conseguenze dei dichiarati boicottaggi, soprattutto nella scuola secondaria superiore.

Secondo quanto riferito dal presidente dell’INVALSI, Anna Maria Ajello, al seminario di rilevazione delle prove Invalsi presso il Miur, il boicottaggio è stato molto contenuto, se pur con strane sorprese.

Nelle due classi della scuola primaria coinvoltedalle prove (2a e 5a) la partecipazione ha avuto un’adesione dal 95%al 100%,tranne che in tre regioni meridionali Puglia (18% e22%), Campania (24% e 30,7%)e Sicilia (54% e63%).

Nella secondaria di secondo grado al secondo anno,la partecipazione alle prove è stata in totale pertutta l’Italia dell’81,3% su cui ha pesato la minorepartecipazione di quattro regioni meridionali:Puglia (46,4%), Campania(53,2%), Sicilia (72,4%)s sempre loro, eCalabria (38,3%),

La sorpresa non è solo sul quanto e sul dove è avvenuta la non partecipazione, quanto sul fatto che, secondo la presidente Ajello, dal confronto con le rilevazioni dell’anno scorso è emerso che in molti casi l’astensione è avvenuta proprio nelle scuole dove ci sono le maggiori difficoltà sul piano dei risultati scolastici complessivi.

Autonomia

Luglio – Tra i principali obiettivi della Buona Scuola definiti dalla legge 107/15 entrata in vigore il 16 luglio c’è il rilancio dell’autonomia scolastica, confermando e rilanciando le competenze già individuate con il Regolamento di quindici anni fa (dPR 275/1999) e prevedendo, in particolare, il cosiddetto organico funzionale che nella legge viene denominato organico potenziato.

Bisognerà attendere il 2016-17 per capire se e come queste risorse professionali aggiuntive consentiranno alle istituzioni scolastiche di decollare verso l’autonomia didattica e organizzativa, volano per la qualificazione dell’offerta formativa.

Il dirigente scolastico sarà chiamato a valorizzare l’autonomia scolastica sfruttando le nuove risorse assegnate dalla legge.

Servono molti auguri per vincere questa sfida complessiva. Nell’interesse della scuola.

 

 

 

B

 

Burnout

Marzo – Dopo la tragedia del copilota tedesco che, con il suo folle gesto, ha trascinato alla morte 149 persone, si parla di burnout, la forma di forte stress lavorativa che può rivelarsi patologica.

La presidente dell’Eurodap (AssociazioneEuropea disturbi da Attacchi di Panico) dichiara che le categorie maggiormente a rischio perla sindrome del ‘burnout’ sono quelle dei piloti, ma anche dei medici e degliinsegnanti.

‘Burnout’ è il termine inglese traducibile come ‘bruciato’ o’esaurito’ che sta dunque ad indicare una sindrome daesaurimento emotivo causata appunto dallo stress lavorativo. L’esaurimento è la prima reazione allo stress prodotto daeccessive richieste di lavoro o da cambiamenti significativi, matale sindrome, rilevano gli esperti, è anche caratterizzatadalla dimensione del cinismo, con un atteggiamento freddo edistaccato nei confronti del lavoro e delle persone che siincontrano sul lavoro. Per gli insegnanti, come si sa, non è previsto alcun controllo né all’inizio della carriera né successivamente. Non è il caso di pensarci? Quei rari casi di violenze su bambini nelle scuole dell’infanzia da parte di insegnanti anziani non sono forse un campanello d’allarme?

Buona scuola

 

 

Luglio – Viene approvata in via definitiva la legge Buona Scuola, n. 107 che entra in vigore il 16 luglio.

Si compone di un unico articolo con 212 commi.

Si caratterizza per un piano straordinario di assunzioni, da varare tra agosto e novembre.

Prevede innovazioni immediate come la Carta per l’aggiornamento, il bonus di premialità per il merito.

Otto questioni di riforma rilevanti e complesse sono rinviate ad appositi decreti legislativi che dovranno essere approvati entro 18 mesi.

La legge viene accolta freddamente dal mondo della scuola, mentre i sindacati annunciano una generale mobilitazione contro, chiedendo risposte alle richieste di confronto per i provvedimenti di applicazione.

 

 

 

 

 

C

Carta del docente

 

Ottobre – La legge 107/15 della Buona Scuola prevede l’assegnazione di una Carta personale del valore di 500 euro annui da spendere per l’aggiornamento individuale.

Per l’anno scolastico 2015-16, in attesa della consegna della Card, viene assegnato direttamente in busta paga ad ogni insegnante la somma di 500 euro.

Ne beneficiano, in base alla legge, soltanto i docenti di ruolo. Restano esclusi i docenti delle paritarie e i precari.

Lasomma non costituisce retribuzioneaccessoriané redditoimponibile.

Charlie

Gennaio – Le scuole si sono riaperte in Italia proprio il 7 gennaio, in coincidenza con il sanguinoso e spettacolare atto terroristico attuato a Parigi dai due fratelli Kouachi di origine algerina, ma nati e vissuti in Francia, come il loro fiancheggiatore Coulibaly, autore di un’altra strage nel negozio kosher.

L’eco, anche nelle scuole italiane, è immediata, e non sono pochigli insegnanti che ne parlano in classe.

Se ben gestito sul piano didattico, il riferimento ad eventi di attualità con grande evidenza mediatica e forte impatto emotivo, come sono stati senza dubbio quelli verificatisi a Parigi, può rivelarsi utile ed efficace più di tanti discorsi astratti su principi e regole che gli alunni sentono come qualcosa di lontano dai loro interessi ed esperienze di vita. Quanti spunti didattici si potrebbero trarre dagli avvenimenti di questi giorni per ravvivare l’insegnamento di materie come storia, geografia (meglio ancora geo-storia), religione cattolica e ora alternativa?

Sarebbe anche un modo per rendere onore a Charlie e ai suoi morti, testimoni della libertà dell’Europa. 

Costo standard

Settembre –L’aula Aldo Moro della Camera dei deputati ospita il convegno promosso da Elena Centemero, parlamentare di Forza Italia responsabile del Dipartimento scuola e università di questo partito, dedicato al tema “Libertà di scelta educativa in Europa”, al quale interviene anche l’ex ministro Luigi Berlinguer.

In questa occasione suor Anna Monia Alfieri rilancia, anche attraverso un video, la sua proposta di adottare per tutto il sistema pubblico, statale e paritario, un sistema di finanziamento fondato sul costo standard per studente.

L’adozione del costo standard comporterebbe secondo Alfieri (che lo spiega anche in un libro scritto con Marco Grumo e Maria Chiara Parola intitolato “Il diritto di apprendere – nuove linee di investimento per un sistema integrato”) un risparmio di 17 miliardi all’anno.

CSPI

Aprile – si svolgono le elezioni per il nuovo Consiglio della Pubblica Istruzione (CSPI) che dovrà sostituire, con composizione e funzioni diverse, il vecchio Consiglio (CNPI), decaduto da anni e sopravvissuto di proroga in proroga. I pareri del CSPI per i provvedimenti della buona scuola non sono obbligatori.

Le elezioni riguardano la componente docente e dirigenziale della scuola statale.

I risultati finali sovvertono le previsioni della vigilia.

Per la componente docenti (12 membri), la Flc-Cgil ottiene 7 posti, lo Snals 3 posti, la Cisl-scuola 2 posti.

Per la componente della dirigenza scolastica l’Anp ottiene i 2 posti in palio.

Per la componente ATA la Cgil-scuola ottiene i 2 posti in palio.

 

 

 

 

D

 

Dirigente scolastico

 

 

 

 

Giugno – Amministratore delegato, uomo solo al comando, podestà, sindaco, sceriffo: il dirigente scolastico previsto dalla Buona Scuola diventa il bersaglio preferito delle critiche al progetto di riforma anche nel lessico del dibattito.

Per molti è diventato la ragione di fondo per contrastare il disegno riformatore. Anziché essere visto come figura indispensabile per realizzare l’autonomia delle scuole, viene visto come l’affossatore della democrazia scolastica.

Le modifiche apportate dalla Camera al testo iniziale del Governo, con le quali sono state fortemente ridotte le prerogative del nuovo dirigente, non bastano comunque a soddisfare la richiesta degli oppositori, sindacati in testa.

I poteri del dirigente scolastico sono stati ridotti a due: mantengono sostanzialmente il diritto di “chiamata” dei docenti dagli ambiti territoriali e decidono l’assegnazione dei premi agli insegnanti meritevoli.  

Ma tutto questo sembra non bastare: si teme che quei poteri diventino occasione di privilegi, nepotismi, corruzione. Si parla di ‘presidi-sceriffi’…

Eppure, come nota Giorgio Rembado (Anp) in una intervista al “Sole 24ore”, all’estero i poteri dei presidi sono più ampi, c’è una vera autonomia gestionale, senza che questo crei scandalo.In Inghilterra, Olanda, Scandinavia, e buona parte dei Paesi dell’Est europeo, “i presidi assumono direttamente gli insegnanti delle proprie scuole; e stabiliscono, anche, seppur all’interno di linee guida, stipendi ed eventuali gratifiche”.

Sarà lecito chiedersi, conclude Rembado,“se a sbagliare siano i tre quarti del mondo avanzato o se non valga la pena di avviare un qualche parziale riallineamento del nostro sistema educativo. Una buona scuola si misura innanzitutto dagli esiti dei suoi studenti”. 

Dispersione

 

 

 

 

 

 

 

Aprile – Nella  relazione presentata da Tuttoscuola ai parlamentari delle Commissioni Cultura e Istruzione di Camera e Senato, in occasione dell’audizione sul Disegno di legge attuativo del piano ‘La Buona Scuola’, si afferma tra l’altro che per combattere la dispersione “bisognerebbe affrontare alla radice il problema delle bocciature”.

Il Ministero dell’istruzione potrebbe/dovrebbe, anche operando in via amministrativa, puntare a:  

a) ridurre drasticamente le bocciature nei primi due anni di scuola secondaria superiore attraverso piani di studio più flessibili e personalizzati prevenendo i rischi di bocciatura anche attraverso corsi di recupero obbligatori, d’intesa con le famiglie, e ogni altra misura volta a far raggiungere all’alunno il livello di conoscenza e competenza cui egli è realisticamente in grado di pervenire. 

b) rendere più efficace l’orientamento nella scuola secondaria di primo grado prevedendo azioni di monitoraggio, consulenza alle famiglie e accompagnamento degli alunni in difficoltà fin dal primo anno.

Un’idea potrebbe essere quella di anticipare alla fine del secondo anno una prima formulazione del ‘consiglio orientativo’ attualmente previsto in sede di esame di licenza media, dialogando poi con le famiglie nel corso del terzo anno.

c) agevolare il passaggio ad altro indirizzo di studio nel corso dei primi mesi di frequenza del primo anno di scuola secondaria superiore consentendolo almeno fino al 31 gennaio.

d) incrementare ulteriormente le occasioni di incontro degli alunni di terza media con realtà formative diverse da quelle scolastiche e con ambienti di lavoro dove si utilizzano competenze pratiche che possano stimolare la curiosità e l’interesse degli studenti, specie di quelli meno motivati verso la continuazione degli studio nel sistema scolastico. 

 

Educazione finanziaria

Dicembre – Le drammatiche cronache di questi giorni relative alla disperazione di decine di migliaia di piccoli risparmiatori, che hanno visto azzerare gli investimenti da loro fatti nelle cosiddette obbligazioni ‘subordinate’, e che fanno registrare perfino il suicidio di un cliente di una della banche interessate – la Banca dell’Etruria -, portano alla ribalta una questione sulla quale Tuttoscuola ha ripetutamente richiamato l’attenzione dei lettori: il rilevante e generalizzato tasso di analfabetismo economico-finanziario degli italiani, sulle cui cause influisce in maniera a nostro avviso determinante l’assenza di una formazione scolastica di base in materia.

Un tema sul quale insiste anche il vicepresidente dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), Beppe Ghisolfi, autore di una efficace pubblicazione divulgativa che ha incontrato l’interesse di molte scuole(“Manuale di Educazione Finanziaria per i ragazzi delle scuole medie”; può essere richiesto gratuitamente alla dott.ssa Chiara Longo, Cassa di risparmio di Fossano, via Roma 122, 12045 Fossano), nelle quali egli stesso si reca da anni per avvicinare gli studenti alla tematica. La versione per adulti è diventato a sorpresa un best seller al top delle classifiche di Amazon e IBS, già tradotto in più lingue tra cui il giapponese, a dimostrazione della fame di informazioni che in realtà c’è riguardo a questi temi. 

Finora l’unica proposta organica volta a modificare in modo strutturale, cioè generalizzato, questa lacuna del nostro sistema formativo, fu quella avanzata nel 1988-90 dalla commissione Brocca, che prevedeva l’inserimento nell’area comune del biennio iniziale di tutti i licei e istituti tecnici e professionali di due ore settimanali di “Economia e Diritto”, nella prospettiva dell’innalzamento dell’obbligo a 16 anni. Il progetto, sperimentato con successo negli anni novanta, non ebbe seguito, ma le vicende di questi giorni fanno dell’educazione finanziaria di base e di massa una questione di grande e urgente attualità. Sarebbe bello che nel frattempo diventasse un fiore all’occhiello dell’offerta formativa di scuole all’avanguardia.

 

 

 

 

 

 

 

E

 

 

Esternalizzazione

Aprile – Chiosando il testo del ddl 2994 (Buona Scuola), il servizio studi della Camera, a proposito del potenziamento dell’inglese nella scuola primaria esprime dubbi sull’impiego di docenti esterni, privi del titolo e dell’abilitazione richiesti. I dubbi sollevati hanno valenza generale e si possono così sintetizzare: per insegnare nella scuola italiana può bastare una buona competenza disciplinare senza abilitazione?

In modo strisciante l’esternalizzazione dei servizi sta già introducendo di fatto il superamento dell’abilitazione e del titolo di studi richiesti.

Ne è prova quanto sta succedendo in scuole paritarie dell’infanzia di molti Comuni italiani, come è emerso anche nel corso del convegno “Infanzia, diritti, istruzione: le nostre proposte per un progetto educativo di qualità” organizzato dalla Cgil-scuola a Roma. 

A causa soprattutto delle difficoltà economiche, vi sono infatti molti Comuni che affidano la gestione di proprie scuole ad agenzie di servizi oppure integrano il proprio personale con educatori esterni in convenzione con agenzie di servizi. In questo modo capita che la docenza nella sezione sia affidata a chi non ha l’abilitazione o non ha il titolo di docente.

Poiché la parità comporta tassativamente l’impiego di docenti abilitati, l’esternalizzazione dei servizi contrasta con il riconoscimento della parità.

Esodati

 

Maggio – Su proposta della relatrice di maggioranza, on. Coscia, un emendamento apre una positiva prospettiva di stabilizzazione per i docenti che Tuttoscuola ha definito come esodati, in quanto, per effetto della sentenza della Corte europea, non potrebbero più avere contratti di lavoro.

Sono i docenti di II fascia d’istituto, abilitati e con almeno tre anni di servizio che, secondo dati Miur sono 19.752 con almeno 36 mesi di servizio alle spalle. 

Tuttoscuola propone per loro una riserva di posti nel prossimo concorso.

La responsabile scuola del PD, sen. Puglisi, annuncia l’azzeramento degli effetti dei trienni di servizio precedenti per ridare ex-novo dal settembre ’15 la possibilità di rinnovare i contratti. Gli esodati potranno continuare a lavorare.

 

 

 

F

Faraone

Febbraio – Intervista a tutto campo del sottosegretario Davide Faraone a ‘Un giorno da pecora’ su Radio Rai 2. E’ vero che assumerete migliaia di precari? “Saranno assunti 150mila precari entro settembre del 2015, con l’inizio del nuovo anno scolastico”, è la risposta. Allora perché vi criticano tanto? “C’è un eccesso di conservatorismo in alcuni settori della scuola”, dice Faraone, che alla successiva domanda riguardante le occupazioni e le autogestioni degli studenti risponde così: “L’occupazione è una cosa illegale, mentre le autogestioni sono grandi momenti di crescita sociale e civile per gli studenti. Noi istituzionalizzeremo le autogestioni”. Inevitabile domanda: Lei ha mai ‘occupato’ quando era studente? Risposta: “Si, due volte alle superiori, al Liceo Majorana, all’epoca c’era il ministro Galloni”. Per quanti giorni ha occupato? “Un paio di mesi, io ero uno dei ‘capi'”.

Sulla voce che fosse sua intenzione “far scomparire gli insegnanti di sostegno” risponde che  “Assolutamente no.Vogliamo specializzare di più gli insegnanti di sostegno” perché “molto spesso l’insegnamento di sostegno è stato una possibilità per diventare insegnanti di ruolo, senza che si sia coltivata una specificità”. Quindi sì agli insegnanti di sostegno, ma “più preparati e più formati sulle singole patologie”, con una formazione specifica.

Formazione

Luglio – La legge sulla Buona Scuola reintroduce per i docenti statali l’obbligo di formazione e aggiornamento in servizio, cancellato da tempo mediante il CCNL.

Negli anni ’70 l’aggiornamento in servizio dei docenti era un diritto-dovere; dopo circa vent’anni il Contratto di lavoro aveva cancellato il dovere, prevedendo che la formazione in servizio fosse soltanto un diritto, rimesso alla scelta discrezionale di ogni insegnante.

La legge ora ripristina l’obbligo per tutti e,per favorirlo, mette anche a disposizione di ogni docente di ruolo 500 euro all’anno per scegliere personalmente strumenti e attività utili alla formazione personale.

Bastone e carota, dunque, anche se non viene prevista alcuna sanzione per eventuali inosservanze all’obbligo, se non quella generica di inosservanza dei doveri d’ufficio.

 Spetterà ora al dirigente scolastico fare rispettare l’obbligo.

 

 

G

 

 

GAE

Aprile – Il Consiglio di Stato, con una sentenza dagli effetti clamorosi, apre le porte alle graduatorie ad esaurimento (GAE) per i docenti che hanno conseguito il diploma magistrale entro il 2001-02.

In una precedente sentenza lo stesso Consiglio aveva riconosciuto piena validità abilitante a tale diploma, precisando, tuttavia, che esso poteva consentire soltanto l’accesso alla II fascia delle graduatorie d’istituto ma non alle GAE.

In base alla sentenza, i diplomati ricorrenti vengono iscritti d’ufficio alle Graduatorie ad esaurimento per la scuola dell’infanzia e della scuola primaria.

Si prospetta, a questo punto,   un assalto alla diligenza’ da parte di decine di migliaia di vecchi diplomati magistrali.

Un assalto che potrebbe compromettere il piano di assunzioni, ma che, soprattutto, potrebbe indurre altre categorie di abilitati (TFA, PAS) a tentare la stessa via straordinaria di iscrizione alle GAE in prospettiva di sicura immissione in ruolo.

 

 

H

 

 

Handicap

Ottobre – I dati dell’anno scolastico 2015-16 confermano il costante aumento nella scuola statale di alunni portatori di handicap.

Rispetto all’anno scorso, quando i ragazzi con disabilità inseriti nei diversi settori scolastici erano stati 207.203, quest’anno i ragazzi disabili sono 223.567, con un incremento del 7,3%.

La novità, per il terzo anno consecutivo, sta nel numero dei posti di sostegno (128.927) aumentato rispetto all’anno scorso (erano stati 117.673)  per una percentuale (8,7%) maggiore di quella dell’incremento del numero di alunni disabili.

Di conseguenza si abbassa ancora il rapporto alunni/docenti(fissato dalla legge in 2 alunni per docente), in 1,73.

L’anno scorso era già sceso a 1,85.

Ma all’aumento dei posti di sostegno non corrisponde una loro adeguata stabilizzazione, nonostante i 6.446 posti di potenziamento previsti dalla legge 107/15.

I posti di sostegno stabilizzati sono poco meno di 97 mila, circa il 75% del totale.

Un quarto dei posti di sostegno (32 mila) è precario.  

 

 

I

 

Invalsi – prove

Maggio – Le date delle annuali prove Invalsi per la rilevazione degli apprendimenti coincidono con lo sciopero generale della scuola contro la Buona Scuola.

Sul web corrono voci di possibile precettazione da parte di alcuni Capi d’istituto con alcuni di loro che avrebbero ipotizzato il rinvio della somministrazione dei test.

Voci e ipotesi su cui è già arrivato l’altolà dei Cobas (che parlano di azioni antisindacali) e della Cgil-scuola (che ritiene le prove non rinviabili).

Se a suo tempo la legge, oltre a rendere obbligatorie le prove, le avesse considerate alla stregua degli scrutini e degli esami, la somministrazione ora sarebbe salva.

Si prospetta quindi un duro colpo per le prove con danno per il sistema di valutazione e con spreco non indifferente di risorse.

L’Invalsi decide lo spostamento di un giorno delle date, provocando la protesta sindacale.

In diverse scuole le prove vengono boicottate come onda lunga dello sciopero (v. voce “Astensione”).

 

 

 

J

 

 

Jusculturae

Ottobre -.

Nel progetto di legge n. 525 (Marazziti-Santerini) sulla cittadinanza per gli stranieriin discussione alla Camera c’è il cosiddetto Jusculturae: accanto allo jussanguinis e allo jus soli puro viene introdotta l’idea che l’acquisizione della cittadinanza sia legata all’istruzione.

Rispetto allo iussanguinis(acquisizione della cittadinanza per nascita da un genitore italiano), viene proposto sia il principio dello ius soli temperato (cittadinanza per nascita dagenitori già stabilmente soggiornanti) sia quello dello iusculturae(prevedendo l’acquisizione non tardiva della cittadinanza per i bambinie ragazzi nati all’estero, ma la cuiformazione culturale avvenga in Italia).

Insomma la cittadinanza non si eredita per sangue ma nemmeno è automatica. Dato che consiste nell’esercizio dei diritti e doveri legati alla cittadinanza allora occorre acquistare gli strumenti per esercitarla: appunto, la cultura, l’istruzione e quindi la scuola.

Questo è il senso dello “jusculturae”. Di conseguenza nel testo unificato scaturito in Commissione è stato previsto che i minori che entrano in Italia prima dei 12 anni debbano frequentare regolarmente almeno 5 anni di scuola.

 

 

 

 

L

 

 

Laudatosi’

Giugno – Enciclica Laudatosi’. L’enciclica di papa Francesco sull’ambiente è salutata con grande apprezzamento anche dai grandi della terra. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama dice “di ammirare profondamente la decisione di sollevare il caso”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parla di “un documento di altissimo valore morale e di straordinario interesse culturale e sociale”.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, BanKi-moon e il presidente francese, Francois Holland, esprimono analoghi apprezzamenti. L’enciclica non è soltanto un messaggio di alta spiritualità rivolto al mondo cattolico, ma è anche un documento ricco di considerazioni che potremmo considerare laiche, rivolte a tutti e, in particolare, all’educazione.   

“Un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare ad esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale.

Nei Paesi che dovrebbero produrre i maggiori cambiamenti di abitudini di consumo, i giovani hanno una nuova sensibilità ecologica e uno spirito generoso, e alcuni di loro lottano in modo ammirevole per la difesa dell’ambiente, ma sono cresciuti in un contesto di altissimo consumo e di benessere che rende difficile la maturazione di altre abitudini. Per questo ci troviamo davanti ad una sfida educativa”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

M

Matematica

Agosto –Da anni Tuttoscuolasegnalava la carenza di insegnanti per l’area tecnico-scientifica. Ora è emergenza matematica su tutti i fronti, a cominciare dalla mancanza di docenti abilitati in questa disciplina d’insegnamento nella scuola secondaria di I grado (classe di concorso A059 – Scienze matematiche nel scuola secondaria I grado).

Infatti, nonostante la presenza di oltre 2 mila iscritti nelle Graduatorie di merito (GM) e a esaurimento (GAE), già nella fase zero del Piano di assunzioni restano non assegnati 661 posti della classe di concorso A059.

Ma non è soltanto questione di mancanza di docenti abilitati a questo insegnamento. I nostri quindicenni, rispetto ai coetanei europei, occupano uno degli ultimi posti in Europa nelle competenze matematiche. 

Mattarella

Febbraio – Sergio Mattarella viene eletto con ampia maggioranza Presidente della Repubblica. Nel discorso di investitura pronunciato di fronte al Parlamento Mattarella mette al primo posto dell’elenco degli adempimenti costituzionali (“Garantire la Costituzione significa…”) il diritto allo studio: “Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri, garantire il loro diritto al futuro”, tema che riemerge e culmina nell’adempimento finale: “…Significa libertà. Libertà come pieno sviluppo dei diritti civili, nella sfera sociale come in quella economica, nella sfera personale e affettiva”.

Nelle parole del Presidente si avverte l’eco dell’articolo 3, comma 2, della Costituzione: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…”.

Il più rilevante di tali ostacoli è la mancanza di istruzione.

Mattarella richiama però anche la finalità ultima della Costituzione, quella di salvaguardare la libertà dei singoli e delle formazioni sociali, compresa a nostro avviso la libertà di educazione, quel pluralismo delle (e non solo nelle) istituzioni che nella visione espressa in sede di Assemblea costituente da Aldo Moro – cui per molti aspetti Mattarella si richiama – avrebbe dovuto caratterizzare il rapporto tra un sistema di scuole autonome e un Ministero che avrebbe dovuto limitarsi a valutare soltanto i risultati del processo formativo.

Un equilibrio tra centro e periferia, libertà e controllo, che poi non si è realizzato per avere i partiti di governo scelto, dopo il 1948, di dare continuità al tradizionale modello centralistico e quelli di opposizione deciso di trincerarsi nella difesa acritica della scuola statale così com’era pur di impedire ogni intervento che non fosse ispirato prima di tutto al rigido e formalistico rispetto del “senza oneri per lo Stato”.

Mattarella, da ministro dell’istruzione, affiancato dal suo capo di gabinetto Sandro Pajno, provò a ripensare il rapporto tra centro e periferia, tra un Ministero postburocratico e un sistema di scuole, statali e non, più libero e responsabile, avviando una riflessione in tal senso in occasione della ‘Conferenza nazionale sull’autonomia delle scuole’. Le cose poi andarono diversamente, ma Mattarella quella riflessione sembra non averla dimenticata.

Medicalizzazioni

Novembre – Sotto la guida del sottosegretario Davide Faraone si svolgono presso il Miur le audizioni per raccogliere indicazioni e orientamenti in funzione del decreto delegato che dovrà essere approvato entro il gennaio 2017.

Vengono smentite indiscrezioni secondo le quali si prospetterebbe una specie di medicalizzazione della formazione dei docenti preposti agli alunni con handicap.

Si tratterebbe di articolare la specializzazione degli insegnanti di sostegno sempre più in riferimento alle diverse tipologie di disabilità.

Le pronte smentite non hanno però tranquillizzato completamente il settore

Musulmani

Novembre – I tragici fatti di Parigi non possono non richiamare l’attenzione anche sulla presenza nelle scuole italiane di alunni stranieri e, in particolare, di quelli di religione e cultura musulmana.

E c’è il rischio concreto che nei confronti degli oltre 802 mila alunni con cittadinanza non italiana e, in particolare, dei 302 mila musulmani (stima di Tuttoscuola nel dossier “L’Islam in classe: che fare?” http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=37338) si scateni ostilità e diffidenza, annullando o compromettendo il non facile lavoro di integrazione che gli insegnanti stanno conducendo.

La scuola ha, in proposito, un ruolo molto importante che, dopo Parigi, dovrà essere, se possibile, ancor più rafforzato.

Gli alunni musulmani non sono certamente pochi, ma rispetto al totale della popolazione scolastica delle scuole statali e paritarie (complessivamente 9.036.499 nel 2013-14) rappresentano il 3,3%.

Gli alunni musulmani sono soprattutto al Nord (quasi due terzi del totale), pari al 5% del totale degli alunni in classe con punte in Lombardia74.247 (5,2%), in Emilia Romagna 35.178 (5,7%), in Veneto 34.986 (4,8%).

Anche nel Centro Italia c’è una discreta presenza di alunni musulmani (poco meno di 70 mila unità) con il Lazio che ne ha in classe 29.017 (3,4%), con la Toscana che ne ha 24.230 (4,7%).

Nel Mezzogiorno, dove gli alunni musulmani sono poco meno di 37 mila (12%), la loro incidenza, rispetto al complesso della popolazione scolastica, si aggira intorno all’1%.

 

 

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NEET

Dicembre – Dal rapporto annuale dell’OCSE, Educationat a Glance relativo all’anno 2014 risulta che i giovani tra i 20 e i 24 anni che risultavano NEET (non impegnati in attività lavorativa, nello studio o in formazione) sono stati l’anno scorso nei Paesi OCSE pari al 16,3% per i maschi e al 19,4% per le femmine, e nei Paesi dell’Unione Europea pari al 17,6% per i maschi e al 18,2% per le femmine.

Se questi dati rappresentano il quadro medio generale, le situazioni dei diversi paesi risulta invece molto articolate con posizioni anche notevolmente diverse.

È il caso, purtroppo, dell’Italia che, sia per i maschi che per le femmine, si trova in fondo a questa non invidiabile classifica.

La percentuale dei NEET dei nostri ragazzi tra i 20 e i 24 anni è 34,6% dei maschi e del 35,1% delle femmine.

In valori assoluti i maschi NEET sono stati l’anno scorso 547.178, le femmine 526.920 per un totale complessivo di 1.047.097, pari al 34,8%.

Un terzo dei nostri giovanissimi in quella fascia d’età è, dunque, in questa situazione drammatica.

Non voglio il posto

Novembre – Il Miur dà conto dell’esito conclusivo della fase C precisando che “In 47.465 hanno detto sì, il 97,3%. In 274 hanno rinunciato esplicitamente, in 1.055 non hanno risposto e, dunque, in base alla legge 107, risultano anch’essi rinunciatari”.

In effetti i docenti che hanno detto no al ruolo sono molti di più.

I posti dell’organico potenziato, comuni e di sostegno, da ricoprire nella fase C erano 55.258 secondo la tabella 1 allegata alla legge 107/15: 48.812 comuni e 6.446.

Già le domande presentate per accedere al ruolo erano state al di sotto del previsto: soltanto 48.794, cioè con 6.464 docenti che hanno preferito restare iscritti in graduatoria e attendere tempi migliori per il ruolo.

Ma di quei 48.794 che hanno tentato la sorte 1.329 hanno rinunciato (274 hanno esplicitamente detto no e altri 1.055 non hanno nemmeno risposto) perdendo quindi ogni futuro diritto al posto.

Alla fine 7.793 docenti hanno, dunque, rinunciato al ruolo, lasciando vacanti altrettanti posti, pari al 14% dell’organico potenziato.

C’è da chiedersi: quali ragioni hanno indotto tanti docenti a rinunciare al ruolo

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