Wisconsin. Se lo sa Brunetta…

Il ministro della Funzione Pubblica è tra quelli che ha dato un notevole impulso alla riforma della pubblica amministrazione, avviando anche un certo ridimensionamento del potere sindacale sul funzionamento e sull’organizzazione dei comparti pubblici, mediante il noto decreto legislativo 150/2009. Ha di fatto annullato il potere di disapplicazione delle norme di legge, ha ridotto al minimo la contrattazione integrativa di istituto a favore della dirigenza pubblica. Insieme al collega Sacconi ha previsto di passare a norme di stato giuridico alcune materie di contrattazione sindacale, come, ad esempio, congedi e assenze. Per non parlare del blocco della contrattazione…

Oltre Atlantico c’è però qualcuno che per contrastare il sindacato dei dipendenti pubblici ha fatto di più. È lo stato del Wisconsin, dove si sta procedendo all’approvazione di una legge anti-sindacato.

La Camera del piccolo Stato del Nord America ha approvato a larghissima maggioranza la legge voluta dal governatore repubblicano, Scott Walker, che prevede tagli alla spesa pubblica e una parallela forte riduzione della contrattazione collettiva per i dipendenti pubblici e per altre categorie.

La legge dovrà essere approvata dal Senato del Wisconsin, ma è già polemica negli Stati Uniti, tanto che lo stesso presidente Obama ha dichiarato che il provvedimento è “un attacco ai diritti sindacali”.    

L’attenzione al piccolo Stato del Wisconsin nasconde la fondata preoccupazione che in altri parlamenti di Stati federati si assumano iniziative analoghe per far quadrare i conti pubblici, cominciando dal ridurre il potere contrattuale che potrebbe ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo.

Se negli Stati Uniti, paese delle libertà, si limita la libertà sindacale a causa della crisi economica, cosa potrebbe fare da noi il ministro Brunetta per le stesse ragioni?