Verso l’esame di Stato, quasi tutti con la promozione in tasca

432 mila giovani sono a meno di una settimana dal loro esame di Stato che concluderà la loro carriera scolastica, prima di passare all’università o al lavoro (o alla sua ricerca).
Negli istituti statali sono 394 mila i giovani maturandi, di cui 155 mila in istituti tecnici, 73 mila nei professionali, 83 mila negli scientifici, 41 mila nei classici, 29 mila nei magistrali e 12 mila negli artistici.

Stando alle statistiche degli ultimi esami di Stato, il 96,84% di quei 394 mila ragazzi dovrebbe essere diplomato. La media di “maturi” è stata più alta in Campania (98,01%), quasi in linea con la generosità e la disponibilità della sua gente, mentre è stata meno generosa (ovviamente) in Liguria (95,23%). A rischiare di più dovrebbero essere comunque gli studenti sardi attestati ad una media di “maturi” che l’anno scorso ha superato a fatica il 95%.

La Calabria è stata l’anno scorso la regione nella quale le commissioni esaminatrici sono state le più prodighe in materia di votazione massima (9,14% dei diplomati), mentre il Friuli non è andato al di là del 4,38%. Media nazionale di diplomati con il massimo di votazione: 6,56%.
La severità, rappresentata anche dal minimo di votazione concessa, si è attestata su quasi il 12% di diplomati.

La massima severità c’è stata negli istituti della Basilicata (16,23% di diplomati con votazione minima), mentre negli istituti emiliano-romagnoli solo l’8,41% si è diplomato con votazione minima.
Sull’attuale esame di Stato il numero di giugno di Tuttoscuola ospita un intervento del professor Gaetano Domenici, ordinario di Docimologia all’università di Roma Tre, che mette a nudo le debolezze e le contraddizioni della composizione delle commissioni d’esame a docenti interni.