Verso il codice deontologico degli insegnanti
Un presidente effettivo, 17 membri e un presidente onorario, il cardinal Tonini, che fa discutere: la commissione per la definizione di un codice deontologico degli insegnanti italiani è stata varata dal ministro Moratti (vedi elenco completo).
Il cardinal Tonini, uomo di Chiesa di indiscusso prestigio e generale considerazione, non è però gradito a una parte del mondo politico come membro di una commissione statale. Radicali, sinistra ds e comunisti italiani hanno accusato il ministro di compromettere la laicità della scuola pubblica. Diverso il commento dell’ex-ministro Berlinguer, che ha apprezzato il lavoro del cardinale nella commissione dei saggi da cui partì la sua riforma. Il cardinal Tonini dal canto suo ha dichiarato: “non vado a dettare un programma ma ad ascoltare. Stiano tranquilli i radicali, il problema etico lo pongo, non lo impongo”.
Entro sei mesi la commissione dovrà presentare proposte su un sistema di diritti e di doveri. D’accordo sull’iniziativa, tra gli altri, la Cgil-Scuola, che ha da tempo approfondito l’argomento sul proprio sito (www.cgilscuola.it), e l’Anp, l’associazione nazionale dei dirigenti scolastici.
Ma cos’è il codice deontologico? Rosario Drago, uno degli esperti della commissione, spiega in “Voci della scuola” che primo dovere per gli insegnanti è adeguare il proprio bagaglio di conoscenze e di competenze. Il docente deve inoltre impegnarsi a determinare il “clima”: nei confronti dei colleghi, contribuendo a costruire relazioni feconde; nei confronti degli allievi, facendo emergere i valori della cultura, della giustizia, della tolleranza, del rispetto delle differenze, ma anche il valore del merito. Drago precisa, a scanso di equivoci, che le regole del codice escludono ogni contiguità o collegamento con le dottrine dei partiti, con i contratti sindacali o con i regolamenti amministrativi.
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