Prof lesbica a Trento, la controreplica dell’insegnante

Il caso dell’insegnante di un istituto privato di Trento che sarebbe stata licenziata perché ‘sospettata’ di essere lesbica continua a far discutere. Dopo la descrizione della vicenda da parte dell’interessata con le reazioni di politici e sindacati, e la replica da parte della scuola, oggi si è avuta la controreplica della docente coinvolta, in un’intervista al programma radiofonico Rai ‘Radio anch’io’.

Nell’intervista, l’insegnante ha detto anche di non avere mai parlato di questioni di crescita o affettive, come invece aveva sostenuto la madre superiora. “Non l’ho mai fatto – ha spiegato la professoressa – perché non è pertinente alla disciplina che io insegno. In ogni caso in ogni scuola c’è un referente per l’educazione affettiva, che chiama degli esperti a parlare con gli alunni. E quando questi esperti arrivano gli insegnanti escono dall’aula“.

È vero anche – ha ribadito l’insegnante – che la madre superiora mi ha suggerito di farmi curare, nella misura in cui mi ha detto che sarebbero passati sopra la mia omosessualità, se io fossi stata disposta a risolvere il problema“.

Sul piano delle reazioni, getta acqua sul fuoco l’arcivescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan: “L’orientamento sessuale è una cosa, e non ci deve essere nessuna discriminazione; poi quelli che sono i rapporti all’interno di un ambiente e che riguardano l’agire, questo è un’altra cosa. Il problema è complesso e non è certo con slogan che si risolve“. Il prelato ha aggiunto, dalle colonne del quotidiano locale ‘Trentino’, che nei prossimi giorni incontrerà la madre superiora della scuola religiosa “per cercare di capire” che cosa si siano dette lei e l’insegnante.

Sulla vicenda, è uscita anche una nota della Uil del Trentino, che commenta: “Al di là della specifica scabrosità di una vicenda quantomeno inquietante come il caso dell’insegnante dell’istituto Sacro Cuore, a cui non sarebbe stato rinnovato il contratto perché sospettata di essere lesbica, i recenti avvenimenti riportano in auge – piuttosto – la spinosa questione dei finanziamenti pubblici alle scuole private“.

il segretario generale trentino del sindacato, Walter Alotti, aggiunge: “Pur senza entrare nel merito del caso, la sola idea che una realtà privata omofoba e discriminante possa essere foraggiata dal pubblico dovrebbe fare ‘saltare sulla sedia’ tutti i trentini”. “Da tempo – conclude – la nostra organizzazione si batte contro la sistematica e regolare concessione di finanziamenti alle scuole private, figurarsi poi se queste discriminano e vanno contro la Costituzione“.