Valutare il merito/3. I dirigenti scolastici

All’incontro del 18 novembre era presente anche l’Anp, associazione che rappresenta non solo i dirigenti scolastici ma anche le ‘alte professionalità’ – docenti funzioni obiettivo, collaboratori del dirigente, responsabili di sedi staccate ecc.

Dopo aver lamentato la scarsità delle risorse finanziarie disponibili, che consentirà di premiare solo una piccolissima percentuale di questi insegnanti, l’Anp ha colto l’occasione per ampliare la platea dei beneficiari delle misure premiali ai dirigenti scolastici, invitando il ministro a “predisporre un progetto sperimentale in tema di valutazione dei dirigenti delle scuole con un impianto analogo a quello che sta per prendere l’avvio relativamente ai docenti”.

La proposta dell’associazione guidata da Giorgio Rembado è di partire “dalle successive edizioni del SiVADIS per far tesoro dell’esperienza già maturata”, evitando la burocratizzazione delle procedure e una valutazione “inutilmente defatigante e solo cartacea”. Nel momento in cui si sperimenta una valutazione della professionalità docente su base volontaria, argomenta l’Anp, è bene che analoga sperimentazione riguardi anche i dirigenti, “al fine di costruire un nuovo sistema da generalizzare sull’intera categoria”.

Ci sembra una proposta minimalista (la valutazione di risultato per i dirigenti scolastici, prevista dalla legge e dal contratto, dovrebbe essere già da tempo attuata erga omnes), ma concreta nel momento in cui si avvia la valutazione meritocratica dei docenti e delle scuole. Certo, il campione per i dirigenti scolastici dovrebbe essere ben più consistente. E che ne è delle proposte che l’Invalsi è stato incaricato di elaborare negli ultimi tre anni?