Vaccini pronti per il personale della scuola, ma non si sa come prendere i permessi per farli. Uil scrive al MI

In diverse regioni sono iniziate le prenotazioni per la somministrazione del vaccino anti Covid per il personale docente e Ata, in alcune si è già alla prima fase di somministrazione. L’adesione, che è volontaria, riguarda tutto il personale in servizio, di ruolo e supplente, nel corrente anno scolastico. In molti casi la somministrazione del vaccino avviene in orario di servizio e per il personale non è stato al momento previsto un permesso speciale o ad hoc che consenta di essere giustificati dall’assenza per il tempo necessario alla somministrazione. Lo mette in evidenza Giuseppe D’Aprile, segretario nazionale della Uil Scuola.

Una situazione inammissibile, scrive la Uil in un comunicato stampa: da un lato la vaccinazione anti Covid, che rientra a pieno nei motivi di sicurezza sul lavoro e rappresenta per il personale della scuola uno strumento di protezione, per sé e per gli altri; dall’altro la mancanza di un riferimento normativo per potervi accedere.

“E’ per questo – spiega D’Aprile – che il personale è costretto a ricorrere agli istituti giuridici previsti dal contratto del 2006 e del 2016. Questo significa però – ad esempio – che per i supplenti potrebbe configurarsi anche come interruzione dell’anzianità di servizio. Bisogna intervenire con urgenza prevedendo dei permessi retribuiti speciali per tutti i lavoratori tenuti a vaccinarsi per Covid per motivi di lavoro – precisa D’Aprile ricordando che proprio ieri su questo tema, che non ha precedenti normativi – è stata inviata una lettera al Ministero”.

“Si potrebbe anche considerare tale vaccinazione al pari di quella obbligatoria antitetanica – spiega D’Aprile – che prevede il diritto dei lavoratori dipendenti ad allontanarsi dal servizio, per sottoporsi alla vaccinazione antitetanica, ove debbano farlo durante le ore lavorative [DPR n. 1301/65 all’art. 6]”.