Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Usque tandem, Catilina? Le ragazze italiane rilanciano il latino

Mentre a Londra ci si prepara ad introdurre il latino nel curriculum di un numero sempre più ampio di scuole primarie pubbliche, per superare il gap con il 40% di quelle private che già lo insegnano, nel nostro paese continua ad essere sempre vivace il dibattito attorno alle chance di vita o di morte della lingua di Cicerone.

Ricordava nei giorni scorsi il Sole 24 ore come, durante il convegno organizzato da Treellle ormai due anni orsono, si sia discusso ampiamente del fatto che all’estero il latino è materia facoltativa, scarsamente scelta dagli studenti i quali, però ci sopravanzano di gran lunga nelle competenze matematiche e scientifiche.

Fa comunque riflettere come in Germania il latino sia la lingua “straniera” più studiata, dopo l’inglese, e negli Stati Uniti sia la terza lingua più studiata, superando il tedesco.

Da noi, all’indomani della pubblicazione delle bozze delle Indicazioni per la scuola superiore di secondo grado c’è chi si chiede se non sia il caso di sacrificare il latino a favore di uno spazio più ampio dedicato alle materie scientifiche.

Tuttavia, tutti coloro che hanno alle spalle studi classici, inorridiscono al pensiero di eliminare totalmente il latino dal curriculum degli studenti e spezzano volentieri una o più lance in favore della sopravvivenza delle lingue attraverso le quali viene trasmessa la ricchezza della cultura grecoromana.

Intanto, sono sempre di più le ragazze che si iscrivono al liceo classico, il quale gode tuttora di grande prestigio, benché scavalcato dallo scientifico in cui, peraltro, il latino fa parte delle discipline di studio, dimostrando neanche tanto indirettamente che le due culture, umanistica e scientifica, possono tranquillamente convivere.

Il latino, secondo i nuovi quadri orari dei licei riformati, sarà insegnato, oltre che nel liceo classico, anche nel liceo scientifico, nel linguistico e in quello delle scienze umane.

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