USA. L’industria della personalizzazione dell’apprendimento sul banco degli accusati
“I programmi di apprendimento personalizzati proliferano nelle scuole degli Stati Uniti, alimentati da dollari filantropici, lobbying del settore tecnologico, marketing da parte di venditori e ambienti politici che danno scarse indicazioni e pochi vincoli”. Questi programmi vengono commercializzati in modo sempre più aggressivo, ed è quindi indispensabile che i responsabili delle politiche e gli educatori siano adeguatamente preparati a comprendere e a valutare criticamente tali prodotti e il marketing che li supporta.
A questa conclusione giungono tre ricercatori del National Policy Policy Center(NEPC), che opera presso la Boulder School of Education dell’Università del Colorado – Faith Boninger, Alex Molnar e Christopher M. Saldaña – in un documentato rapporto intitolato Personalized Learning and the Digital Privatization of Curriculum and Teaching.
I risultati cui perviene la ricerca sono allarmanti: le premesse educative sono problematiche, ma non vengono esplicitate nei programmi di apprendimento personalizzati, che l’industria tecnologica presenta invece come pedagogicamente indiscutibili; la privacy degli studenti e degli insegnanti è gravemente minacciata; emerge una generale carenza di validazione scientifica dei materiali offerti. Malgrado i non pochi avvertimenti molti Stati continuano ad adottare indiscriminatamente politiche che promuovono l’implementazione di materiali didattici digitali senza provvedere alla loro supervisione e alla valutazione dei risultati.
Senza questi controlli qualitativi l’apprendimento personalizzato realizzato sulla base di software proprietario e delle relative piattaforme digitali può mettere decisioni educative importanti nelle mani dei privati con effetti distorsivi che soffocano la capacità degli studenti di apprendere e crescere come persone e come partecipanti alla vita civile democratica. Privilegiando la raccolta e l’analisi dei dati rispetto ad altri approcci didattici, i programmi di apprendimento personalizzati digitalizzati riflettono inevitabilmente un approccio ristretto e iper-razionale al curriculum e alla pedagogia che riduce l’autonomia degli studenti, restringe ciò che possono imparare a scuola e limita la capacità delle scuole di rispondere in modo efficace a un corpo studentesco diversificato.
Gli autori della ricerca raccomandano quindi ai responsabili delle politiche educative di non promuovere e attuare programmi di apprendimento personalizzati fino a quando non siano istituiti rigorosi meccanismi di revisione, supervisione e applicazione. Raccomandano inoltre che gli Stati istituiscano un ente governativo indipendente responsabile della scelta degli approcci pedagogici, della valutazione e della raccolta di dati incorporati nei programmi di apprendimento personalizzato digitale. Questo nuovo ente dovrebbe anche essere responsabile dell’attuazione di misure di sicurezza idonee a garantire la sicurezza e la privacy dei dati degli studenti e degli insegnanti.
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via