Università/1. Quel goal della Gelmini (a porta vuota?)

Anche quest’anno si svolgono tra le consuete polemiche, proteste e fughe di notizie, i test di ammissione all’università. La prova per ciascuna facoltà è nazionale e si svolge nello stesso giorno, ma viene gestita da ciascuna università. Con la conseguenza che con lo stesso punteggio in una università si viene ammessi, e in un’altra esclusi. E proprio per evitare di restare esclusi facendo un solo test per un’unica facoltà, ci sono studenti che ne fanno due, per facoltà diverse.

Insomma, l’attuale meccanismo presenta elementi di casualità, si presta a manipolazioni ed è antimeritocratico, mancando un’unica graduatoria nazionale.

Secondo il prof. Roberto Perotti, dell’università Bocconi, noto studioso di questi problemi, il ministro Gelmini avrebbe però la possibilità di “tirare un rigore a porta vuota” prendendo una semplice decisione, come scrive in un articolo pubblicato sul Sole-24 ore dello scorso 7 ottobre: basterebbe, appunto, stabilire che per i test d’ammissione c’è un’unica graduatoria nazionale, e che essi “devono svolgersi entro il 30 aprile di ogni anno“. Nei mesi successivi sarebbero le università a offrire l’iscrizione agli studenti, a partire dai migliori, e gli studenti a scegliere dove iscriversi. Così domanda e offerta si incontrerebbero con soddisfazione di tutti.

Continuerebbe ad esserci il rischio di fughe di notizie? Niente paura, suggerisce Perotti: basterebbe affidare la gestione dei test all’ETS (Educational Testing Service), la società americana che da decenni amministra i test SAT (Scholastic Assessment Test) e GRE (Graduate Record Examinations) in tutto il mondo e nello stesso giorno. Test affidabili, molto apprezzati dalle università americane.

Adottando misure di questo genere, scrive Perotti, la Gelmini segnerebbe un goal “a porta vuota”. Ma è proprio così?