Un ministro da bollino blu

Avevano promesso di riformare tutto e lo hanno fatto. Così, l’Italia di ieri, oggi è una vera Banana Republic, con tanto di premier che si dà “un bel 10 e lode” e il ministro dell’istruzione che, stando ai suoi numeri, meriterebbe un suo bollino blu.

Già, i numeri. Dalle parole – in mancanza dei fatti – si è passati ai numeri. A vanvera le prime, falsi i secondi. Per brevità, ci riferiamo a quelli sul precariato. Secondo la Moratti, diminuito del 50%: grazie alle 130.000 assunzioni degli ultimi quattro anni. Visto che noi siamo quei numeri che il ministro dà, ci permettiamo di correggerla.

Tolte le 90.000 del 2001, deliberate dal precedente governo di centro-sinistra, delle assunzioni millantate restano solo le 12.500 dello scorso anno e le 35.000 di questo. Un’inezia rispetto alle 133.840 disponibilità coperte dai precari l’anno scorso, alle quali si aggiungeranno le circa 20.000 create dai recenti pensionamenti. Inoltre, la precarizzazione non è stata dimezzata ma è aumentata. Infatti, se 47.500 sono gli assunti in ruolo, nei quattro anni, 56.846 nuovi precari sono stati creati dalle SSIS grazie all’illogica ed inopportuna decretazione del MIUR, in dispregio del decreto n.153/1998 che ne subordinava l’attivazione al reale fabbisogno.

La scuola in cifre è la vetrina di fine legislatura addobbata dal MIUR. A saper cercare, tra le cianfrusaglie di fine mandato, si ricava che, negli ultimi dieci anni, i docenti in ruolo sono diminuiti di oltre il 15%, passando da 770 a 698 mila. Per contro, quelli precari, sono aumentati del 153%, passando da 53 a 134 mila. Il tutto, in nome della cosiddetta “razionalizzazione della spesa”, quella che ha ridotto gli investimenti per l’istruzione dal 4,2 al 3,9 % del PIL; sottratto scuole dell’obbligo (-9,21%), classi (-1.206) e cattedre (-25.936), nonostante il consistente aumento degli alunni (+67.716). E così si scopre che, anche nella Banana Republic, i numeri non mentono. Almeno loro…

 

CIP, Comitati Insegnanti Precari, Direttivo Nazionale