Uil Scuola: 3mila insegnanti e 7mila Ata sono senza nomina

Si tratta di personale che rischia di non lavorare nell'anno in corso

A nomine completate, la Uil Scuola fa il punto sulla situazione dei precari della scuola: tremila insegnanti e settemila Ata che avevano un incarico a tempo determinato rimangono senza nomina.

La scuola italiana funziona con 664 mila insegnanti di ruolo e 73 mila precari. 14 mila cattedre in meno del personale di ruolo non sono state coperte dal turn over e l’effetto dei tagli sul personale ha prodotto il risultato di 8.657 posti in meno nei vari ordini di scuola, per le diverse materie.

Posti coperti da personale precario che, pur avendo avuto un incarico negli scorsi anni, rischia di non lavorare nell’anno in corso. Da stime fatte dalla Uil Scuola circa 3 mila insegnanti rischiano di restare senza lavoro e senza stipendio. Per il personale Ata il dato relativo al personale di ruolo è stabile perché‚ le immissioni in ruolo autorizzate compensano il turn over. Gli effetti della riduzione di organico riguardano soprattutto il personale precario che fa registrare una riduzione di 18 mila posti di lavoro. Circa 7 mila persone rischiano di non lavorare questo anno.

Per gli insegnanti di sostegno c’è stato un incremento del personale. Una sentenza della Corte Costituzionale del febbraio 2010 ha abrogato la disposizione che fissava il tetto massimo di posti di sostegno attivabili a livello nazionale. Ci ha permesso nuove nomine in deroga.

Per risolvere la questione del personale precario – è detto in una nota della Uil Scuola – va avviato da subito un tavolo per mettere a punto, per tempo, le misure del prossimo anno. Servono immissioni in ruolo, regole per il reclutamento, concorsi dove le graduatorie sono esaurite, organici pluriennali e stabili, garanzia di continuità al personale Passare dai numeri alle persone“.

E’ questo il momento di verificare, in modo puntuale, quante persone, non avendo la conferma dell’incarico, rischiano concretamente di rimanere senza lavoro. A nomine concluse – spiega Massimo Di Menna, segretario generale di Uil Scuola – i numeri diventano nomi e cognomi di persone che non possono essere lasciate da sole”.