Ucraina 2012: non solo football

Gli europei di calcio rappresentano una vetrina importante per un Paese come l’Ucraina, desideroso di presentarsi al mondo con le carte in regola per essere considerato nazione avanzata e moderna; oltre 10 i miliardi di euro spesi dal governo per organizzare l’evento.

Tuttavia l’Ucraina, oltre allo scandalo delle migliaia di cani e gatti randagi brutalmente uccisi per “ripulire” le città e le strade che in questi giorni sono stati sotto gli occhi del mondo sportivo, sembra avere qualche altro scheletro nell’armadio.

Kate Blewett, giornalista pluripremiata per le sue inchieste sullo stato dell’infanzia nei Paesi emergenti, ha da poco reso noto uno sconvolgente reportage sugli orfani ucraini.

Nonostante la caduta del regime sovietico e la nascita di una Ucraina indipendente, nel solco della vecchia politica sovietica, le autorità locali avrebbero continuato ad internare in strutture di Stato i piccoli senza famiglia, quelli con disturbi psichici, ma anche bimbi perfettamente normali, ma senza mezzi morali e materiali per la crescita e lo sviluppo.

L’inchiesta ha appurato come molti fra i giovani ospiti delle strutture, dopo aver vissuto con scarsa assistenza, senza alcuna istruzione, vittime di vessazioni ed abusi sia da parte dei ragazzi più grandi, che del personale, una volta raggiunta la maggiore età, non sono mai stati restituiti alle famiglie di origine, pur avendone una.

Al raggiungimento del 18simo anno di età, sono stati etichettati – secondo l’inchiesta – come “incapaci”, pur non essendolo, condannati di fatto a restare affidati alle cure dello Stato, impossibilitati a crearsi una famiglia. Spostati in altre strutture, in particolare ospizi per vecchi, i più robusti sono stati frequentemente impiegati in lavori pesanti o nel seppellimento degli anziani morti negli istituti.

Ora, alcuni di loro, con l’aiuto di coraggiosi volontari, hanno avviato battaglie legali contro lo Stato ucraino per il riconoscimento della condizione di normalità e hanno finalmente potuto imparare a leggere e a scrivere. Sono tornati ad una vita autonoma, seguiti da un familiare o da un vicino con il compito di “guardiano”.

Le autorità ucraine hanno assicurato che controlleranno il funzionamento degli internati, ma le commissioni di inchiesta a cui sono stati affidate le ispezioni hanno ricevuto poteri limitati e non possono entrare nelle strutture.

Ora si spera che l’inchiesta, accendendo un riflettore internazionale sulla vicenda, possa aiutare a tornare alla vita gli orfani dimenticati d’Ucraina.