Trepidano i precari: tra tre anni sarà tutto finito o si ricomincerà da capo?

Il precariato è tornato prepotentemente di attualità proprio mentre in Parlamento si decide sul suo futuro, prevedendo una cospicua quota di immissioni in ruolo (posti vacanti permettendo) e disponendo la fine delle graduatorie permanenti in cui si trovano i precari.
Gli emendamenti di diversi parlamentari chiedono, innanzitutto, di non tagliare organici nella scuola in modo da consentire maggiori disponibilità per le immissioni in ruolo, sperando nel contempo in massicce quote di pensionamenti che libererebbero altre migliaia di posti.
Se il Governo non inserirà tra i propri emendamenti qualche sostanziale modifica al testo varato in Consiglio dei Ministri e, soprattutto, confermerà la clausola di salvaguardia per evitare applicazioni “flessibili” da parte dell’Amministrazione scolastica, potrebbe essere difficile assicurare quelle 150 mila immissioni in ruolo previste dalla stessa legge finanziaria.
Su questa prospettiva si annuncia nelle prossime ore un braccio di ferro tra Parlamento e Governo.
Ma se dovesse finire non troppo bene per la stabilizzazione dei precari, c’è forte la richiesta di non ammainare la bandiera delle graduatorie permanenti, perché al termine del triennio previsto per le immissioni in ruolo i molti iscritti nelle graduatorie possano sperare nelle immissioni in ruolo anche dopo il 2010.
Da qui la richiesta di ribaltare la riforma contenuta nella finanziaria che vorrebbe mandare definitivamente in archivio le storiche graduatorie permanenti.
Il Governo vorrebbe voltare pagina in materia di reclutamento dei docenti, ma precari, sindacati e molti esponenti politici non sono d’accordo. Tra pochi giorni si conoscerà il verdetto.