
Tre anni di assunzioni e retroattività di nomine
Il decreto legge 70/2011, pubblicato in Gazzetta Ufficiale con alcune variazioni al testo ufficioso che circolava all’indomani dell’approvazione in Consiglio dei Ministri, prevede all’art. 9, comma 17 un piano triennale per l’assunzione in ruolo di personale docente e Ata. Non viene indicata la quantità del personale che sarà assunto, nonostante siano circolate, in merito, voci di quantificazioni oscillanti tra le 65 e le 67 mila unità (metà docenti e metà Ata).
Né viene chiarito se quel numero sarà spalmato nell’arco del triennio 2011-13 oppure verrà utilizzato tutto già nelle nomine dei prossimi mesi, con ulteriore possibilità di altre nomine nel 2012 e nel 2013 sulla base dei posti che allora si renderanno vacanti. La differenza, come si può capire, non è di poco conto, perché, se vi sarà spalmatura nel triennio (corrispondente quindi ai consueti 20 mila posti mediamente concessi in questi ultimi anni), non vi sarà l’avvio di quella riforma di stabilizzazione del precariato annunciata e attesa.
Quantità e tempi di assunzione verranno, comunque, definiti in “una specifica sessione negoziale concernente interventi in materia contrattuale per il personale della scuola”, anche se, come si sussurra in certi ambienti, i sindacati (Flc-Cgil esclusa) con una intesa informale avrebbero già definito i contenuti del decreto con i rappresentanti del Governo.
La vera novità del decreto legge è quella che riguarda la possibile retrodatazione giuridica al 2010-11 a favore di personale docente e Ata per una quantità complessiva di posti tutta da definire probabilmente in sede negoziale con i sindacati.
I docenti nominati con retrodatazione giuridica potrebbero essere attinti dalle vecchie graduatorie vigenti nel 2010-11, prima del nuovo aggiornamento previsto dal recente decreto ministeriale 44/2011, dando così risposta alle numerose e pressanti richieste delle settimane scorse.
Sembra di capire che la quantità di nominati con il beneficio della retrodatazione giuridica debba corrispondere al numero di posti vacanti alla data del 1° settembre 2010 (22 mila di docenti e 42 mila di Ata), ma che gli effetti di tali nomine non abbiano valore economico (nessun arretrato) a causa del “rispetto degli obiettivi programmati dei saldi di finanza pubblica”.
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