Tra ragione e sentimento la via per una governance strategica. Guarda la registrazione dell’evento

Di Agata Gueli

Nell’ambito del Master di II livello “Governance strategica delle Istituzioni scolastiche”, si è svolto lo scorso 15 aprile, presso l’aula “Teatro” della Lumsa l’interessante convegno  di studio annuale  dal titolo: “Ragione e Sentimento per una governance umanistica” promosso da Dirigenti Insieme, EIP con il contributo della Lumsa e di Tuttoscuola. Mai titolo è stato più efficace per definire le prospettive future della governance delle istituzioni scolastiche (http://masterschool.lumsa.it/master_secondo_livello_governance_strategica_istituzioni_scolastiche).
Qui il libro che illustra il costrutto che sottende il master.

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Ad aprire la giornata di studio il Magnifico Rettore della Lumsa, Francesco Bonini che ha più volte sottolineato la stretta collaborazione dei diversi enti, una collaborazione ormai” rodata e fruttuosa e che- auspica– possa essere foriera di ulteriori sviluppi e collaborazioni”. 

Patrizia Bertini Malgarini, Direttore del Dipartimento di Scienze Umane della Lumsa nel suo breve saluto si è soffermata sull’originalità del titolo mutuato dalla celebre opera di Jane Austen. Nel romanzo, sottolinea, “Vi è una dicotomia, ma questo convegno ci offre l’occasione per superarla. ragione vuol dire giustizia ,nel Medio Evo il Palazzo della ragione era il luogo dove si amministrava la giustizia, ma ha anche il significato di contare, calcolare. Per una scuola che sappia cogliere la sfida è importante mettere insieme il calcolo col senso”.

Da remoto sono giunti anche i saluti del Sottosegretario all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti, per la quale affrontare in questa sede, il tema di quale ruolo possa rivestire la centratura umanistica sulla persona e le relazioni per la formazione del futuro DS, appare fondamentale e valorizza diversità ed inclusione. La sfida a scuola sarà quella di integrare il profilo tecnologico e dell’innovazione con quello culturale ed umano”.

A prendere la parola è stato poi Davide D’Amico, Direttore Generale per i sistemi informativi e la statistica del Ministero dell’Istruzione e del Merito, autore della piattaforma SOFIA e adesso del portale UNICA, per affrontare il tema della trasformazione digitale del MIM. Da tempo la sua Direzione ha attivato un sistema di ascolto delle diverse componenti del variegato mondo della scuola (DS, insegnanti, alunni, famiglie), per disegnare con tutti gli attori quei servizi che loro stessi richiedono al ministero, e che successivamente loro stessi dovranno utilizzare, Si tratta di avviare un sistema di semplificazione voluto dal ministro Valditara in linea con gli obiettivi del PNRR, e cioè integrare in un ‘unica piattaforma tutti i servizi on line. Ogni circolare è accompagnata da un webinar esplicativo. Inoltre, standardizzare i moduli importanti ed essenziali nella scuola, ed inserirli nella piattaforma unica. È in atto un vero cambiamento, una diversa prospettiva culturale. La stessa cosa dicasi per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, Secondo D’Amico l’IA non potrà risolvere tutti i problemi e deve essere utilizzata per specifici ambiti. Per esempio, si sta sperimentando l’utilizzo dell’IA per gestire la mole di contenzioso, oppure utilizzare gli strumenti per sostenere e supportare il personale nella classificazione delle carte e delle bozze di memoria per facilitare la sicurezza. Il direttore ha presentato un quadro tra teoria e prassi di quello che e’ in atto al MIM.

La Preside Anna Paola Tantucci, Presidente Nazionale EIP Italia e condirettore del Master, ha sottolineato la visione di una scuola come comunità educante e ribadito l’importanza della formazione per i docenti e i dirigenti evidenziando la necessità di strumenti agili per completare la formazione. Con questo fine e nata l’armonica collaborazione tra l’Ufficio Studi EIP e la casa editrice Hoepli, per realizzare una Collana di Manuali  intitolata SCHOLA, con cui sono già stati pubblicati tre interessanti volumi, compreso l’ultimo a cura del Dirigente Ottavio Fattorini, sulla Dirigenza Umanistica.(http://www.hoepli.it/libro/dirigenza.umanistica/9788836015948.html).

La prof.Tantucci ha introdotto la sua riflessione riferendosi al rapporto dell’UNESCO e al “Contratto sociale sull’educazione”, che rilancia l’idea di un modello organico di formazione e educazione.  Un dato è certo la dirigenza del futuro deve essere indirizzata ad una visione teleologica: affinità in termini non solo di impianto normativo ma di afflato etico, anche in riferimento alla recente Direttiva emanata dal Ministero della P.A,( 2023) dove si sottolinea l’importanza della valutazione dei dirigenti non solo come  persone  ma per il loro impegno nell’organizzazione volto all’interesse del bene pubblico.

Su questo tema con una visione illuminante è intervenuto Francesco Radicetti, Capo Ufficio Legislativo del Ministero per la P.A. Radicetti ha parlato di un cambio di passo per la pubblica amministrazione dopo il D.Lgs 150. Proporre degli obiettivi che non devono corrispondere alla mera prestazione lavorativa, ma dialettici, tempestivi, concreti, per una positiva ricaduta. Insomma, perseguire l’optimum della produttività attraverso un forte valore sociale. Fondamentale in questo contesto la valutazione intesa come valutazione tout court della persona, dove deve essere assolutamente bandita la competitività. Semmai, sottolinea Radicetti: “La parola d’ordine deve essere differenziare, che in questa nuova visione vuol dire esaltare le capacità di ciascuno, dove il valore degli obiettivi da perseguire dipende soprattutto dalla loro costruzione “

Ottavio Fattorini, ideatore del costrutto della dirigenza umanistica, con estrema lucidità ha proposto i 5 principi fondamentali del Manifesto della dirigenza umanistica. Ideatore del progetto DADA e del think tank Dirigenti Insieme, ritiene la dirigenza umanistica un costrutto operazionalizzato: padroneggiare una professione e coniugare competenze tecniche e professionali con qualità etiche che possano puntare all’attenzione della persona. Perseguire il benessere di ciascun membro della comunità. Nel manuale dedicato alla Dirigenza umanistica il costrutto è presentato anche attraverso le voci di dirigenti che, nella realtà quotidiana, cercano di andare oltre la «banalità del male» di una impostazione giuridico-amministrativa, facendo leva sull’autonomia come chiave di volta per interpretare la professione con il valore aggiunto del proprio coefficiente energetico-emotivo.

La Senatrice Alessandra Gallone, Consigliere del Ministro dell’Università e Ricerca, ha ritenuto fondamentale il tema della centralità della persona, soprattutto in questo momento di profonde trasformazioni ed innovazioni.  “C’è bisogno di una governance attenta e motivata”, ricorda una delle ultime proposte del Ministro Anna Maria Bernini circa la strutturazione di un Erasmus nazionale. Si tratta di un progetto volto ad innescare uno scambio reciproco all’interno della nostra stessa nazione.

Di grande interesse l’intervento di Giuseppe Cerrone Capo Ufficio Legislativo del MIM: “Siamo di fronte ad una fase evolutiva della figura del DS”, ha affermato tracciando un breve excursus della figura dirigenziale a partire dalla Legge Casati, passando poi per la riforma Gentile, e la nascita degli organi collegiali a partire dagli anni Settanta, sino ad arrivare all’affermazione dell’autonomia scolastica e alla nascita della nuova figura del Dirigente con il D. Lgs 165 del 2001. Il DS non può certo essere paragonato alle altre figure apicali della P.A., ha una sua particolare peculiarità, una figura singolare nel panorama delle dirigenze. Il DS, infatti, si differenzia dal Dirigente amministrativo puro e si avvicina di più a quella del dirigente pubblicistico, anche se a tutti appartengono principi ineludibili quali: economia, efficienza ed efficacia. Cerrone si è anche soffermato sul recente dimensionamento scolastico. Si tratta di una misura prevista dal PNRR, che nasce dalla constatazione della diminuzione della popolazione scolastica e che si prefigge un efficace utilizzo delle risorse pubbliche. La conseguenza più evidente vedrà l’assegnazione al DS di più plessi. Ma il Ministro Valditara ha proposto la valorizzazione della figura del Vicario, per il quale sarà previsto l’esonero dalle lezioni, così come una maggiore importanza da affidare alle figure dello staff  del dirigente che costituiscono il  middle management che dovrà essere  incentivato.
Si cercherà di valorizzare la capacità di rete, e quindi sempre più il DS sarà assimilato ad un vertice politico amministrativo del territorio. Circa poi la valutazione del DS sono al vaglio del Ministero una serie di parametri opportuni per modificare l’attuale sistema di valutazione. La vera sfida non sarà costruire un’impalcatura di regole specifiche quanto lavorare sui soggetti chiamati a valutare.

L’intervento di Giuseppe Bronzini, Segretario Generale del Movimento Europeo, ha spostato il dibattito verso una dimensione europea, soffermandosi in particolar modo sul Progetto di riforma dei Trattati europei sull’istruzione, votato dal PE il 22.11.23 e trasmesso al Consiglio Europeo. Una modifica sulla quale val la pena di riflettere, soprattutto nella prospettiva di attribuire alla scuola una competenza concorrenziale, e non, come finora è stato, di un mero sostegno di coordinamento. Due gli aspetti più evidenti, secondo Bronzini, la formulazione della Carta dei Diritti Fondamentali col suo art.14 che riguarda l’istruzione, e l’adozione del pilastro sociale di 20 meta diritti, tra cui l’istruzione. Infine, una breve riflessione circa l’IA Act, di recente pubblicazione. L’IA Act si propone  di indirizzare la tecnologia più avanzata, in ambito europeo, ma per Bronzini l’approccio più riflessivo e critico non può che provenire dalla scuola. Una scuola di supporto e d coordinamento che sappia essere all’altezza delle sfide future, insomma per intenderci una scuola più europea. 

Anche Giovanni Vinciguerra, Direttore di Tuttoscuola, ha ritenuto fondamentale la figura del DS che incide profondamente sulla qualità del servizio proposto. Sicuramente il recente dimensionamento creerà per il futuro delle criticità al Dirigente nella gestione unitaria dell’istituzione scolastica. Per Vinciguerra bisogna salvaguardare quelle scuole, che pur se di piccola entità, sono luoghi di prossimità per la popolazione e rappresentano l’identità culturale di una comunità. Infine, un maggiore sviluppo del middle management consentirà di rendere più attraente la carriera dell’insegnante.

Le conclusioni finali della proficua giornata di studio sono state affidate a Gianluca Argentin, Professore associato di Sociologia generale dell’Università di Milano Bicocca. Il Professore Argentin ha pubblicato un libro dal titolo “La nostra scuola quotidiana – il cambiamento necessario” dove ha passato in rassegna i molteplici aspetti che connotano la complessità dell’istituzione scolastica. La scuola non può non stare al passo con i tempi, anche se spesso sono tante le critiche: la scuola non funziona, vi è poco riconoscimento sociale degli insegnanti, non rappresenta più un ascensore sociale.  La scuola vive sempre tra costanti dilemmi; innovazione e tradizione, eguaglianza e differenza, selezione o integrazione degli alunni. Inoltre, assolve ad una pluralità di funzioni; educazione, istruzione, formazione. Indubbiamente i mutamenti sociali hanno reso sempre più difficile perseguire tutte queste funzioni e a ciò si aggiungono: una forte resistenza al cambiamento, risorse limitate (eccezion fatta per i finanziamenti del PNRR), bassi salari degli insegnanti. Infine una classe docente anziana, la più anziana d’Europa e   un susseguirsi di riforme con scarsi risultati . Ogni volta che si presenta una riforma vi è sempre una polarizzazione ideologica. Su cosa agire allora? Puntare sulla formazione degli insegnanti, vero filtro e amplificatore delle riforme.  Bisogna deburocratizzare il loro ruolo, meno carte e più didattica. Fare leva su quegli insegnanti, e ce ne sono parecchi, motivati, che svolgono il loro ruolo di middle management a costo zero. Per una scuola che persegua un vero cambiamento è necessaria una formazione continua e rigorosa, la previsione di una vera progressione di carriera e una maggiore attenzione  al cambiamento reale che parte dalle scuole.

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