Tony Blair: è giusto alzare le tasse universitarie

“Siamo andati più avanti di tutti in Europa nel trasformare l’università da un privilegio per pochi a un diritto per molti”. Ma per mantenere e migliorare ulteriormente questo risultato, ha detto Tony Blair di fronte alla perplessa platea dei delegati al congresso laburista di Bournemouth, è necessario mantenere la tassa di frequenza recentemente introdotta (3.000 sterline all’anno, circa 4.500 euro). Non è pensabile, ha insistito Blair, che le risorse per l’università possano essere reperite alzando la pressione fiscale generale, operazione che comunque andrebbe a colpire anche le classi sociali più disagiate, perché non basterebbe aumentare le tasse ai più “ricchi”.
L’alternativa, per tornare alla gratuità della frequenza, sarebbe quella di tagliare di 100.000 unità all’anno il numero degli iscritti alle università, come propongono i conservatori. Ma su questo tutto il congresso è apparso compatto, e ha lungamente applaudito Tony Blair quando ha ribadito che l’obiettivo dei laburisti resta quello di portare a livello universitario il 50% dei giovani della fascia d’età corrispondente.
Non altrettanto chiaro e deciso era sembrato l’intervento del ministro dell’educazione in carica, Clarke, attaccato da molti delegati anche per i tagli effettuati a carico dei bilanci di molte scuole dei vari livelli preuniversitari. Clarke si è limitato a promettere di aumentare le risorse per le scuole (in Gran Bretagna il finanziamento si basa sul costo unitario per allievo), soprattutto per quella materna. Ma non ha convinto. C’è voluto il carisma di Tony Blair per far digerire al congresso l’amara medicina , fatta di tagli e di tasse, necessaria per migliorare la qualità e l’equità del sistema educativo britannico.