
Tfa speciali, parliamone insieme
Il tema dei Tfa speciali è di quelli che dividono e hanno diviso. Diamo conto delle due opinioni contrapposte (prevalenza dell’esperienza e prevalenza della competenza verificata attraverso i test) attraverso due interventi dei lettori sulla piattaforma Disqus: Michele Vignola e Ippazia.
Invitiamo i lettori interessati a intervenire sull’argomento, o a offrire nuovi spunti di discussione, a scriverci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.
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Si abilita solo chi per anni (nel mio caso 7 anni), ha SACRIFICATO altre esperienze per fare l’insegnante.
Il sacrificio, innanzitutto è economico, perché per sette anni non si ha diritto a nulla…
per esempio non viene detto che le malattie per chi non è abilitato, non vengono retribuite, le ferie, da quest’anno da prendere obbligatoriamente, non venivano retribuite….nessuno scatto di anzianità, mai la stessa sede per lo stesso anno e orari assurdi (io facevo 105 km per raggiungere la sede e 105 per ritornare, per fare una sola ora, visto che le cattedre vacanti venivano fatte per ultime e quindi con orari senza senso.
Inoltre, vorrei ricordare a chi non sa di cosa si parla, che chi ha fatto un dottorato di ricerca, ha lo stesso punteggio di una persona che insegna per 3 anni.
Il fatto di non aver superato lo scritto (parlo del mio caso), è perché tutti quelli che lo hanno superato guarda caso sono tutti dottori di ricerca…
Questi ragazzi fanno il dottorato e per eliminarli li passano ad insegnanti abilitati…
Quando un’azienda privata o pubblica cerca dei dirigenti, non usa visionare i curriculum o fa un test scritto ed orale per selezionarli?
Questo è quello che è successo….
Chi supera uno stupido test non è né preparato né in grado di insegnare, altrimenti ci si prende solo per i fondelli…
Il sacrificio e la parsimonia di quello che si fa è l’unico riconoscimento valido….altrimenti significa solo essere raccomandato….
sarei curioso di sapere quanti dottori di ricerca sono stati presi a fare i TFA ordinari.
Michele Vignola
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C come insegnante ormai in pensione col massimo dell’anzianita’, ho la piena consapevolezza e certezza che l’anzianita’ NON comporta alcun merito.
Ho conosciuto docenti piu’ giovani di me e piu’ bravi di me e altri piu’ vecchi ma che avevano scarsissima conescenza della disciplina e ancor piu’ scarse capacita’ e impegno nell’insegnamento.
Sono sempre stata a favore di procedure di selezione in entrata e anche di controllo in itinere.
L’obiezione è sempre stata che è impossibile valutare il lavoro dell’insegnante, ma se nella maggior parte dei paesi stranierei (ed europei) ci si riesce vuol dire che è possibile.
Di più nei paesi che ottengono i migliori risultati nelle ricerche internazionali (PISA e TIMSS) le procedure in ingresso sono selettive e l’anzianità non costituisce, di per sé, titolo. Non condivido nella maniera più assoluta i TFA speciali.
Ippazia
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