TFA sostegno: è necessario integrare i pochi posti previsti

Al termine di questa tribolata stagione concorsuale, potrebbero rimanere vacanti non meno di 7-8 posti di sostegno dei 17.680 posti complessivi previsti dai bandi per la secondaria (concorsi ordinari e straordinari) e per la scuola primaria e dell’infanzia. Quasi la metà. È la prova concreta della cronica mancanza di docenti di sostegno nelle scuole italiane, completata dalla critica situazione della copertura dei posti di sostegno in deroga (oltre 80 mila posti quest’anno e con prospettiva di incremento ulteriore per gli anni prossimi), copertura assicurata anche ricorrendo a docenti privi di specializzazione per il sostegno.

Secondo fonti sindacali, i supplenti privi di specializzazione nominati sui posti in deroga potrebbero essere circa 15-20 mila. Il quadro complessivo è, a dir poco, allarmante e deve essere fronteggiato con misure adeguate, integrando adeguatamente quanto previsto dalle disposizioni attuali.

Con decreto n. 92/2019 dell’allora ministro Bussetti è stato previsto un piano pluriennale di specializzazione per il sostegno, arrivato quest’anno all’ultima tranche di posti.

Per l’esattezza, la quota di posti del piano triennale dei TFA sostegno per specializzare nuovi docenti di sostegno prevede per quest’anno (i bandi delle università sono attesi tra qualche settimana) una disponibilità soltanto di 6.191 posti. Troppo pochi a fronte del fabbisogno

Considerato il quadro critico del settore sopra evidenziato e il conseguente notevole fabbisogno di nuovi docenti di sostegno, è opportuno e augurabile che il nuovo ministro Bianchi provveda a integrare in modo considerevole il numero dei posti, tenendo anche non soltanto della situazione di carenza attuale, ma anche di quella che si prospetta a causa delle emorragia continua di docenti di ruolo che lasciano il posto di sostegno dopo almeno quinquennio per passare su posto comune.