Test Medicina 2017: le proteste contro il numero chiuso. Striscioni e flash mob alla Sapienza

Quasi 67mila aspiranti camici bianchi per 9.100 posti disponibili. Questi sono i numeri di chi oggi, 5 settembre, alle 11, affronterà il tanto temuto test Medicina 2017. Ma sono ancora tanti quelli che proprio non riescono a sottostare alle rigide regole imposte dal numero chiuso. E tra flash mob e manifestazioni, le proteste messe in piedi dagli studenti universitari proprio in occasione della prova di ammissione alla facoltà di Medicina sono tante. Una su tutte quella che si sta svolgendo proprio in queste ore all’Università Sapienza di Roma

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Proprio in occasione del test di ingresso di Medicina, infatti, il Fronte della Gioventù Comunista ha realizzato un’azione di protesta all’Università Sapienza a Roma, accogliendo gli studenti con lo slogan ‘Via il numero chiuso – No all’università di classe‘. Azioni realizzate in contemporanea anche nelle università di Milano, Torino, Bologna, Padova, Firenze, Napoli, Bari e Palermo.

Per giustificare il numero chiuso si parla sempre di meritocrazia, ma non si tiene conto delle differenze economiche che esistono – ha dichiarato Alessio Angelucci, segretario romano del FGC –. C’è chi viene da prestigiosi licei del centro e chi da scuole ‘di serie B’, chi prepara il test con corsi privati da 3.000 € e chi passa l’estate a lavorare per pagarsi gli studi. Come si fa a parlare di merito se non si parte dalle stesse condizioni? Questi test, inoltre, servono a tagliare sulla sanità pubblica che oggi è in crisi per mancanza di organico, a tutto vantaggio del privato e in linea coi diktat della UE. Il saldo fra pensionati e neolaureati è negativo e ogni anno si perdono 800 medici mentre l’età media sale. In 10 anni i lavoratori della sanità sono calati di 22mila unità“.

Non è di questi test che gli studenti o l’università hanno bisogno – conclude la nota – Bisogna invertire la rotta su un’istruzione del tutto asservita a logiche di profitto e interessi privati. La gioventù comunista rivendica un’università pubblica accessibile a tutti indipendentemente dal reddito, inserita in una pianificazione nazionale che garantisca effettivamente alle nuove generazioni il diritto a un lavoro senza precarietà“.

Quest’anno Medicina ha visto un nuovo taglio da 9.224 a 9.100 posti” dichiara pure Andrea Torti, Coordinatore di Link – Coordinamento Universitario che prosegue: “La progressiva riduzione del numero di posti per l’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia è inaccettabile e va a ledere ulteriormente il diritto allo studio, già colpito da un test assolutamente iniquo.

É inaccettabile che uno studente in uscita dalle scuole superiori non possa scegliere liberamente il suo percorso di studi, i test non valutano realmente la preparazione, ma vogliono selezionare e ridurre in numero i futuri studenti universitari. La sentenza di Milano sul numero chiuso a Studi Umanistici dimostra che la selezione all’ingresso è ingiusta e va abolita, servono assunzioni e finanziamenti per garantire il diritto costituzionalmente sancito di accedere ai gradi più alti degli studi.”  dichiara Francesca Picci, Coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti.

Non possiamo trascurare le mancanze di medici e specialisti che già oggi si palesano nel nostro Sistema Sanitario, e che in futuro si aggraveranno notevolmente se non ci sarà un ripensamento delle modalità di accesso al corso di Laurea di Medicina e Chirurgia e del concorso di specialità attraverso l’aumento del numero delle borse e  attraverso una programmazione di lungo periodo sui bisogni di salute del nostro Paese. Diciamo chiaramente che la progressiva riduzione dei posti a Medicina, con la scomparsa di migliaia di medici nei prossimi dieci anni porterà ad una vera e propria estinzione di questa figura” prosegue Martina Carpani, Coordinatrice della Rete della Conoscenza.  

Dopo anni di denunce da parte nostra cadute nel vuoto, anche l’Ordine dei Medici comincia a mettere in discussione questa programmazione – conclude Andrea Torti, che continua – I tempi sono maturi per aprire un dibattito pubblico sul sistema di accesso alla formazione medica per abolire il numero chiuso”.

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