Temi promossi, ’68 compreso

Molte lodi e poche voci di dissenso per i temi di quest’anno. Si va da Piero Chiambretti (che alla fine, dopo aver preso in considerazione altre tematiche più impegnative, dice che avrebbe optato per internet, il più facile “perché è tutto e il contrario di tutto“) a Lilli Gruber, che apprezza il tema sul Muro di Berlino, “una scelta giusta anche se molto impegnativa“.  Francesco Alberoni, un cui celebre libro è citato in uno dei temi assegnati, quello sull’innamoramento, esprime soddisfazione per il fatto che “finalmente” il Ministero ha rinunciato alle tradizionali tracce “abbastanza pesanti“. Anche l’associazione Telefono Blu definisce “ottime le prove di esame di quest’anno“, soprattutto perché “estremamente concrete“.

In parziale controtendenza si pone Mario Morcellini, preside della facoltà di Scienze della comunicazione dell’università La Sapienza di Roma, che parla di “strabismo delle politiche ministeriali“. Mentre da una parte, con la traccia dedicata a ‘Social network, internet, new media’ il Ministero compie una positiva apertura verso le culture giovanili del nostro tempo, dall’altra lo stesso Ministero mostra “disattenzione verso il tema della comunicazione nello stilare la riforma della scuola“, praticamente ignorandola.

Negli ambienti più vicini ai movimenti studenteschi antigovernativi non si manca di far notare che il ’68, citato nei giorni scorsi dal ministro Gelmini come esempio negativo per quanto riguarda la valorizzazione del merito, è ricomparso in una luce positiva in una delle tracce più scelte dagli studenti, quella sulla “Origine e sviluppi della cultura giovanile“, corredata da una serie di fotografie-simbolo, come quella dei pacifisti degli anni Sessanta con il cartello “Make love not war” e quella della famosa Marianna del 1968 parigino, una giovane che agita la bandiera vietnamita sullo sfondo del quartiere Latino.