Tuttoscuola: Non solo statale

Tagli: le preoccupazioni delle scuole paritarie

Se, come ormai tutto fa pensare, i tagli delle spese dei ministeri per la cosiddetta spending review saranno lineari, cioè comporteranno la riduzione dei diversi capitoli di bilancio in percentuali uguali, tutti gli impegni finanziari verso l’esterno saranno rivisti e ridotti, compresi quelli che nel sistema scolastico sono stati in questi anni oggetto continuo di contrastata riduzione e di sofferta parziale conferma, come, ad esempio, il finanziamento alle scuole paritarie.

Preoccupata per l’ipotesi di riduzione l’Agesc (Associazione Genitori Scuole Cattoliche) auspica che le nuove proposte governative di revisione della spesa pubblica non comportino ulteriori tagli al sistema della scuola non statale.

Pensare di risparmiare tagliando i fondi della scuola paritaria significa – dichiara Roberto Gontero, Presidente di Agesc – non conoscere la dinamica dei costi della scuola italiana. Il sistema d’istruzione paritario ospita circa il 12% degli studenti italiani, ma alle casse dello Stato costa solo l’1% di quanto spende per i propri istituti scolastici. Se si costringeranno le scuole non statali a chiudere, lo Stato – osserva – lo Stato si troverà a spendere 6 miliardi di euro rispetto ai 500 milioni con cui oggi finanzia la scuola paritaria. Essendo l’istruzione un diritto-dovere per il cittadino e un obbligo per lo Stato, esso dovrà provvedere a fornire un’istruzione che costa per ogni studente fra i 6 e gli 8mila euro, a fronte di un esborso attuale per chi sceglie la scuola paritaria di 500 euro”.

Per questo – conclude Gontero – “gli investimenti a favore della libertà di scelta delle famiglie sono anche a favore dell’equilibrio del bilancio pubblico”.

Analoga preoccupazione manifesta don Francesco Macrì, Presidente della Fidae, che sollecita un serio confronto per evitare che a pagare il conto siano ancora una volta le scuole paritarie cattoliche in piena continuità con quanto fatto negli ultimi anni.

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