
Dalla Regione Veneto arriva la notizia del ridimensionamento dei contributi della per le scuole paritarie, e in particolare del buono scuola per le famiglie.
Il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, ha dichiarato di avere appreso la decisione come una sorpresa “amara e dolorosissima”, e teme che molte scuole paritarie possano chiudere, in aggiunta a quelle che lo hanno già fatto.
Il cardinale Scola ha tenuto a precisare, incontrando i giornalisti per gli auguri di Natale, che quella cattolica non è una scuola privata, ”perché non esiste un concetto di scuola che possa essere privato”.
Secondo Scola, “il concetto di scuola privata è aberrante e deriva dal fatto che in Italia continua a prevalere l’ideologia della scuola unica di Stato”. “Sono 93mila i bambini – ha continuato – che frequentano le materne di area cattolica. Quello della Regione Veneto, pertanto, rischierebbe di presentarsi come «un condizionamento pesante che io spero non costringa alla chiusura”.
Un’analoga sorpresa è stata espressa dal vescovo di Adria-Rovigo, monsignor Lucio Soravito, che ha dichiarato: “Sono molto sorpreso che la Regione Veneto abbia deciso di tagliare i fondi a sostegno delle scuole pubbliche non statali (o paritarie). I responsabili del governo della Regione sono consapevoli dei loro doveri? Si rendono conto che stanno commettendo un’ingiustizia e danneggiano la vita economica dello Stato?”
In risposta a queste preoccupazioni, il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha voluto tranquillizzare: “Sulla scuola paritaria noi dobbiamo assolutamente investire“. Zaia ha anche detto che “la Regione Veneto crede nella libertà della scelta educativa e che questa libertà deve essere sostenuta con le necessarie risorse“. In Veneto per le paritarie dell’infanzia sono stati confermati i 14 milioni e mezzo di contributo, ma la Regione non ha potuto assicurare gli aumenti richiesti dagli istituti. Dimezzato, invece, il buono scuola per le paritarie elementari, medie e superiori: da 10 milioni si è passati a 5 milioni. “In questo giro la coperta è assolutamente corta, ma siamo della partita” ha detto Zaia.
“Combatteremo con il patriarca, fino in fondo, perché la libertà di educazione – ha concluso il presidente – non venga compromessa“.
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