Supplenze, Valditara: ‘250mila precari? Fantasioso’. E annuncia un piano per contrastare il fenomeno

Troppi precari, Italia deferita dalla Commissione Europea. Questo il tema che è stato al centro del question time alla Camera di oggi del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara che, rispondendo all’interrogazione della deputata della Lega, Giovanna Miele, ha smentito la cifra di 250.000 docenti precari, definendola “fantasiosa” e “tutta demagogia e frottole, e ha sottolineato che il numero reale è significativamente inferiore, anche se si considerano le unità di personale ATA. Al centro della discussione dunque il crescente numero di docenti precari, soprattutto nelle posizioni di sostegno. Secondo il ministro, ben il 73% dei docenti precari si trova a lavorare in questi ambiti, una situazione emersa a seguito dell’aumento dei casi di alunni con disabilità negli ultimi dieci anni. Questo ha portato a una maggiore necessità di cattedre in deroga, spesso assegnate a insegnanti non specializzati.

Per affrontare questa problematica, il ministro ha spiegato che il Governo ha messo in atto un piano volto a formare 85.000 docenti con almeno tre anni di servizio che non hanno avuto accesso ai corsi di specializzazione. Il progetto prevede l’implementazione di nuovi percorsi formativi in collaborazione con l’Osservatorio scolastico per la disabilità, con l’obiettivo di aumentare il numero di insegnanti specializzati e convertire progressivamente i posti in deroga in posti di organico di diritto. Questo approccio, secondo Valditara, dovrebbe creare le basi per future assunzioni.

Sulla situazione attuale: “Devo precisare che abbiamo un accordo con la Commissione Europea – ha poi spiegato il ministro –: nessuna prospettiva era prevista per gli idonei del 2020. L’accordo riguardava l’obbligo di assumere 70mila docenti entro dicembre 2024, obiettivo irrealistico.” Ha aggiunto che “abbiamo iniziato quest’anno ad assumere gli idonei del precedente concorso” e ha richiesto “maggiore flessibilità con un confronto già avviato con Bruxelles per portare all’attenzione le peculiarità del sistema italiano”.

Toccata anche la questione stipendi dei docenti: “Dopo il 2009 – ha detto messo in evidenza Valditara – sono passati undici anni senza un rinnovo contrattuale”, e la discesa nelle graduatorie europee è dovuta a questa situazione. Il ministro ha quindi confermato l’intenzione di proseguire con gli aumenti contrattuali da gennaio 2024, sottolineando che “abbiamo stanziato tre miliardi per una nuova definizione contrattuale”.

Infine, il ministro ha voluto chiarire alcuni punti sul dibattito riguardante le supplenze, affermando che “il massimo delle supplenze sarà di 155 mila unità”, con un’aggiunta di 37mila docenti che operano su spezzoni. Ha ricordato che “la riforma Bianchi non aveva tenuto conto della questione del reclutamento” e ha concluso ribadendo il suo impegno: “Come ho già anticipato, ho intenzione di lanciare un grande piano contro il precariato”.

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