Stato giuridico: questa sì che è una rivoluzione
Se le proposte di legge della maggioranza si tradurranno in norma – e teoricamente le condizioni numeriche ci sono tutte perché questo avvenga nel giro di qualche mese – i docenti italiani cambieranno stato e profilo professionale, come non era mai avvenuto in passato.
Le proposte di legge n. 4091 e n. 4095 (6 articoli in tutto), presentate nei giorni scorsi alla Camera rispettivamente da Forza Italia, Lega e Udc da una parte e Alleanza nazionale dall’altra, si ripropongono di ridefinire lo stato giuridico degli insegnanti, sottraendolo sostanzialmente alla contrattazione sindacale.
Le proposte sono pressoché identiche, quasi fotocopia l’una dell’altra; quella di AN ha in più la previsione dell’abolizione delle RSU di istituto, nei cui riguardi la relazione che accompagna la prima proposta è comunque molto critica.
Le proposte di legge della maggioranza hanno anche un titolo diverso, ma perseguono lo stesso obiettivo di cambiare radicalmente la professione insegnante.
Viene previsto uno statuto degli insegnanti, la costituzione di un albo nazionale dei docenti, e la previsione di organismi tecnici di rappresentanza dei docenti, una specie di ordine degli insegnanti, con il compito di definire anche il codice deontologico del docente.
La professione dell’insegnante avrebbe tre livelli: il tirocinante, l’ordinario e l’esperto.
Come si ricorderà, di definizione della funzione docente per legge anziché per contratto si era già parlato nei mesi scorsi quando alla Camera la maggioranza, nel corso dell’approvazione della legge Moratti, aveva deciso di non includere nella delega un emendamento, proposto dall’on. Napoli di AN, relativo allo stato giuridico dei docenti e di farne oggetto di una proposta di legge a se stante.
C’era chi l’aveva ritenuta una boutade e invece…
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