Spagna, qualità nell’educazione

A fine dicembre il Parlamento spagnolo ha approvato in via definitiva, dopo mesi di intenso dibattito, una nuova legge quadro (“ley organica”) che riordina il sistema educativo nazionale. Si tratta della più importante riforma educativa varata dal governo Aznar, che finora si era limitato a gestire la grande riforma di sistema (LOGSE) introdotta dal socialista Felipe Gonzales nel 1990.
Gli obiettivi della nuova “legge sulla qualità dell’educazione” sono i seguenti:
– prevenire e combattere la dispersione, che tocca attualmente il 25% della popolazione studentesca;
– migliorare il livello di formazione degli studenti soprattutto nelle materie di base;
– ampliare la gamma delle opportunità per tutti, garantendo il massimo grado di integrazione;
– diffondere la cultura della valutazione;
– migliorare le condizioni di esercizio della funzione docente.
La novità sono molte, ma quelle di maggior rilievo sono l’istituzione di un esame alla fine degli studi secondari (“Prueba General de Bachillerato”), da sostenere di fronte ad una commissione esterna, e l’inserimento nel secondo ciclo della scuola media (“Educacion Secundaria Obligatoria”, di durata quadriennale, dai 12 ai 16 anni), che la riforma del 1990 aveva unificato, di due (nel terzo anno) e poi tre “itinerari” (nel quarto anno), con la possibilità di uscire dalla scuola a 15 anni e di completare l’obbligo nei corsi biennali di formazione professionale iniziale.
Al terzo anno gli allievi potranno scegliere tra due “itinerari”: scientifico-umanistico o tecnologico; al quarto anno gli itinerari diventano tre: scientifico, umanistico e tecnologico.