Sorpresa! Il costo del personale della scuola

Uno degli obiettivi dichiarati del ministro Moratti è quello di ridurre l’incidenza della spesa del personale scolastico per aumentare gli investimenti per la formazione, per i servizi e le strutture, e per qualificare l’offerta formativa. In preparazione della Finanziaria 2002, conti alla mano, il ministro aveva chiarito il proprio intento: entro cinque anni le risorse per gli investimenti dovranno aumentare, dallo scarso 5 per cento attuale a un più consistente 20 per cento del totale della spesa del ministero dell’istruzione. Ciò vuol dire, specularmente, che tra un quinquennio l’incidenza dei costi del personale, nei piani del ministero, dovrà scendere dal 95 fino all’80 per cento. Tutto chiaro? Mica tanto se poi si scopre che lo stesso ministero dell’Istruzione, nel pubblicare i dati di spesa del personale della scuola nel decennio 1990-2000 (Andamento della spesa statale dell’istruzione nel decennio 1991-2000), evidenzia come le spese del personale siano diminuite dal 97,6 per cento del 1991 al 90,1 per cento del 2000 (che risente peraltro di una riclassifica contabile). Dunque l’incidenza dei costi del personale oggi non è più del 95 per cento, bensì più bassa, visto che nel 2000 si era già attestata intorno al 90 per cento. Insomma, un pezzo del cammino verso l’aumento delle risorse per investimenti è già stato compiuto dai governi precedenti. Una buona notizia, tutto sommato, per il ministro Moratti: sarà ora forse più facile conseguire l’obiettivo dichiarato dell’80 per cento, anche se il ministro dovrà fare i conti innanzitutto con i rinnovi contrattuali e con la valorizzazione della funzione docente mediante l’allineamento, se pur graduale, alle retribuzioni europee. Un incremento dei fondi complessivi disponibili aiuterebbe senz’altro nel raggiungere l’ambizioso obiettivo.