
Smartphone in classe: il Trentino sceglie la via educativa, non il divieto

Mentre il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha tracciato una linea netta vietando l’uso degli smartphone in classe, la Provincia autonoma di Trento si muove in controtendenza. Nessun bando totale, ma un invito alla responsabilità: l’obiettivo non è escludere, bensì educare. Una differenza che va letta anche alla luce dell’autonomia scolastica di cui gode il territorio trentino, e che permette alla giunta provinciale di adottare regolamenti propri, più calibrati sul contesto locale.
Una gestione equilibrata, già in atto in molte scuole
A confermare l’orientamento “soft” è l’assessora provinciale all’Istruzione, che ha espresso la volontà di evitare divieti assoluti. Una posizione in sintonia con molti dirigenti scolastici del territorio, che da tempo adottano soluzioni pragmatiche per gestire l’uso dei dispositivi mobili.
Al liceo Da Vinci di Trento, ad esempio, gli studenti lasciano lo smartphone in tasche numerate all’ingresso in aula, per poi recuperarlo durante l’intervallo. “È un sistema che funziona – spiega la dirigente scolastica – senza bisogno di misure estreme”. Un modello simile è in vigore anche all’Istituto Tambosi: il cellulare va spento all’ingresso, ma senza toni punitivi. “Viviamo in un’epoca tecnologica – osserva il preside – e dobbiamo educare, non reprimere. Serve una gestione intelligente e sperimentale del problema”.
Condotta, esami, personale: le altre urgenze del sistema trentino
Il tema smartphone si inserisce in una riflessione più ampia sulle competenze condivise tra lo Stato e il sistema scolastico trentino. Restano infatti ancora da chiarire gli orientamenti provinciali su voto in condotta e nuovi esami di Stato. “L’auspicio è che si arrivi presto a un punto fermo – ha dichiarato la presidente della sezione trentina dell’Associazione nazionale dirigenti scolastici – dopo i confronti avviati negli ultimi mesi”.
Ma la vera emergenza, per molti dirigenti, è quella del personale: in particolare dei docenti di sostegno. “La loro carenza rischia di compromettere la qualità dell’inclusione – ha spiegato la presidente dell’Andis trentina –. La preoccupazione è alta, e a livello provinciale servono risposte rapide”.
Scuole senza dirigenti: serve un nuovo concorso
Nel frattempo, torna anche la richiesta di un concorso per dirigenti scolastici. La graduatoria dell’ultima selezione risulta ormai esaurita, e il timore è che diverse istituzioni scolastiche restino senza guida. “Un dirigente in ogni scuola – ha concluso la rappresentante Andis – non è un lusso, ma una necessità per garantire qualità, continuità e presidio educativo”.
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