Smartphone e preadolescenza: rendimento scolastico a rischio, il MIM valuta nuove restrizioni

L’uso precoce e intensivo dei social media tra gli 11 e i 13 anni ha effetti allarmanti sul rendimento scolastico. A rivelarlo è una recente analisi dell’Istituto Superiore di Sanità, citata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara in occasione della presentazione del libro “No smartphone” dello psichiatra Franco De Masi. Secondo i dati, la percentuale di bocciature triplica nei preadolescenti che utilizzano regolarmente i social: dal 6,4% al 16,9%.

Smartphone e disagio relazionale: una correlazione crescente

La ricerca ha messo in luce anche un altro dato preoccupante: tra i ragazzi non dipendenti dal cellulare, il 40% dichiara rapporti difficili con i genitori. La percentuale sale al 76% tra chi mostra una dipendenza comportamentale da smartphone e social network, condizione che riguarda circa un adolescente su quattro. “Non si tratta più di una questione solo educativa, ma di salute pubblica”, ha sottolineato Valditara.

Prestazioni in matematica e qualità del sonno: gli effetti collaterali

Non solo bocciature. Uno studio dell’Università di Milano-Bicocca rileva un calo nelle performance matematiche tra gli studenti con profili social attivi, legato a una maggiore frammentazione dell’attenzione e a un utilizzo inefficiente del tempo. A ciò si aggiunge il dato, fornito dall’Ospedale San Raffaele, relativo alla compromissione del sonno nei ragazzi che usano lo smartphone prima di dormire. La luce blu e la stimolazione emotiva serale alterano i ritmi circadiani e influiscono negativamente su concentrazione e benessere psicofisico.

Verso un uso più regolamentato degli smartphone a scuola

Le dichiarazioni del ministro rafforzano la linea del MIM verso politiche più stringenti sull’uso dei dispositivi digitali in ambito scolastico. Molti istituti hanno già adottato regolamenti interni che estendono il divieto non solo agli studenti, ma a tutta la comunità scolastica.

Una delle novità più significative riguarda il personale docente: diversi regolamenti stabiliscono che anche gli insegnanti non possano utilizzare il cellulare durante le attività didattiche, con l’obiettivo di offrire agli studenti un esempio coerente e responsabile. Solo i docenti collaboratori del dirigente scolastico possono derogare al divieto, per motivi organizzativi.

Anche il personale ATA è soggetto alle stesse prescrizioni, sia negli uffici che negli spazi frequentati dagli studenti. Il divieto si applica anche durante l’orario di lezione nei corridoi, atri e cortili.

Regolamenti interni e responsabilità di vigilanza

L’attuazione effettiva delle misure richiede un coordinamento attento da parte di dirigenti scolastici e collegi docenti, chiamati a definire procedure chiare per la gestione dei dispositivi. La responsabilità del controllo ricade principalmente sul corpo docente, incaricato di vigilare sul rispetto delle regole.

Le sanzioni previste variano da istituto a istituto: si va dai richiami formali alle convocazioni delle famiglie, fino a conseguenze sul voto di condotta nei casi più gravi. Alcune deroghe possono essere previste per esigenze didattiche specifiche, ma sempre nel rispetto delle linee guida ministeriali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA